Mirko ti definiresti uno “nato con lo shaker” o
hai capito più tardi che da grande volevi fare il
bartender?
Ricordo di aver avuto non più di diciassette anni
quando ebbi il primo approccio con il bartending.
Mio padre mi lasciò gestire il bar del campeggio di
famiglia con la speranza che fosse solo un passa-
tempo estivo.
Suomalgrado il passatempo divenne ben presto una
passione: libri sui cocktail, turisti ben disposti a spe-
rimentare imiei primi “intrugli”, sangria-party,work-
station create con chiodi e martello e rocamboleschi
spettacoli di flair con bottiglie infuocate furono per
svariate estati a seguire le mie occupazioni preferite.
Decisi di frequentare l’università a Perugia ma ne-
anche lo studio riuscì a distogliere l’attenzione da
quellochesarebbe inevitabilmentediventatounserio
percorso professionale.
Bussai alla porta dei migliori cocktail bar della città
proponendomi come apprendista senza portafoglio,
con l’unica finalità di imparare il prima possibile i
segreti del mestiere.
Il destino si palesòper puro caso aCiampinoquando
acausadi undocumentoscadutomi trovai costrettoa
passare la notte all’aeroporto con un amico universi-
tario potentino, anche lui poco attento ai documenti.
La notte è lunga e scomoda quando si dorme sul
pavimento, ma porta comunque consiglio e chiac-
chierando venne fuori che dei suoi conoscenti erano
alla ricerca di un responsabile barman in vista del-
la riapertura del St. Andrew’s, storica discoteca del
centro di Perugia.
Formazione, ricerca e creatività: quanto sono
importanti questi “ingredienti” per un buon
bartender?
Formazione e ricerca sono elementi determinanti e
indispensabili, oggi bisogna sapersi muovere a 360°
dietro il bancone.
È necessario avere un’eccellente conoscenza dei pro-
dotti da degustazione quali vini, birre artigianali,
distillati e liquori pregiati, e saper inoltre creare un
adeguato food pairing.
La creatività invece è l’elemento che permette di di-
ventare artisti del drink. È quel valore aggiunto che,
associato a una buona preparazione tecnica, apre le
porte alla possibilità di creare nuovi cocktail o rivi-
sitare i grandi classici. In pratica, di renderci unici.
Apprezzo moltissimo il ritorno al classico che sta
vivendo la Mixability, non solo per le fasce reggi
ottobre 2015
mixer
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