Table of Contents Table of Contents
Previous Page  99 / 152 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 99 / 152 Next Page
Page Background

Mirko ti definiresti uno “nato con lo shaker” o

hai capito più tardi che da grande volevi fare il

bartender?

Ricordo di aver avuto non più di diciassette anni

quando ebbi il primo approccio con il bartending.

Mio padre mi lasciò gestire il bar del campeggio di

famiglia con la speranza che fosse solo un passa-

tempo estivo.

Suomalgrado il passatempo divenne ben presto una

passione: libri sui cocktail, turisti ben disposti a spe-

rimentare imiei primi “intrugli”, sangria-party,work-

station create con chiodi e martello e rocamboleschi

spettacoli di flair con bottiglie infuocate furono per

svariate estati a seguire le mie occupazioni preferite.

Decisi di frequentare l’università a Perugia ma ne-

anche lo studio riuscì a distogliere l’attenzione da

quellochesarebbe inevitabilmentediventatounserio

percorso professionale.

Bussai alla porta dei migliori cocktail bar della città

proponendomi come apprendista senza portafoglio,

con l’unica finalità di imparare il prima possibile i

segreti del mestiere.

Il destino si palesòper puro caso aCiampinoquando

acausadi undocumentoscadutomi trovai costrettoa

passare la notte all’aeroporto con un amico universi-

tario potentino, anche lui poco attento ai documenti.

La notte è lunga e scomoda quando si dorme sul

pavimento, ma porta comunque consiglio e chiac-

chierando venne fuori che dei suoi conoscenti erano

alla ricerca di un responsabile barman in vista del-

la riapertura del St. Andrew’s, storica discoteca del

centro di Perugia.

Formazione, ricerca e creatività: quanto sono

importanti questi “ingredienti” per un buon

bartender?

Formazione e ricerca sono elementi determinanti e

indispensabili, oggi bisogna sapersi muovere a 360°

dietro il bancone.

È necessario avere un’eccellente conoscenza dei pro-

dotti da degustazione quali vini, birre artigianali,

distillati e liquori pregiati, e saper inoltre creare un

adeguato food pairing.

La creatività invece è l’elemento che permette di di-

ventare artisti del drink. È quel valore aggiunto che,

associato a una buona preparazione tecnica, apre le

porte alla possibilità di creare nuovi cocktail o rivi-

sitare i grandi classici. In pratica, di renderci unici.

Apprezzo moltissimo il ritorno al classico che sta

vivendo la Mixability, non solo per le fasce reggi

ottobre 2015

mixer

93