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se del nostro successo c’è un mix di più elementi:

preparazione, artigianalità, dedizione e qualità delle

materie prime.

Cerchiamo di fare quasi tutto internamente: pane,

grissini, paste, impasti, pasticceria», spiega Rosa, la

fondatrice. «In generale, in Italia manca una seria co-

noscenza delle tecniche di preparazione della pizza.

La cucina è un connubio di scienza e di creatività,

ma molti colleghi si lasciano sedurre da leggende

popolari, invece di studiare e di prepararsi.

Viviamo nell’era della rivoluzione tecnologica, del

sapere condiviso e dell’informazione a portata di un

click, eppure pochissimi pizzaioli conoscono i processi

di fermentazione e di lievitazione della pizza. Per

esempio, il nostro impasto segue il metodo Polish,

pochissimo lievito (1g/kilo per 72 ore di lievitazione)»,

aggiunge Luca, l’ultimo dei suoi sei figli.

Come si avvicinano i clienti alle pizze gourmet?

Occorrono competenza, materie prime di qualità e

abbinamenti studiati con cura, che non facciano pesare

al cliente l’esborso di qualche euro in più. Insomma,

non basta decantare la poesia, bisogna trasformarla

in un’esperienza reale e appagante a tutto tondo.

I vostri cavalli di battaglia?

Margherita a parte, che resta ovunque la favorita,

da noi sono molto apprezzate le pizze gourmet a

rotazione stagionale a base di pesce come la tonno

rosso del Mediterraneo su cipolla rossa marinata al

balsamico, rucola e fior di latte post cottura o la ca-

lamari, vongole veraci, spinaci novelli e stracciatella

di burrata. Molti avventori, inoltre, ordinano le pizze

speciali a rotazione settimanale, come quella con

gamberi rosa di Sicilia con taleggio, uovo morbido,