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di Flair (il cui vero precursore fu

Jerry Thomas

più di

cento anni prima).

È in questo momento che prende atto una rivoluzione, e

il mondo della miscelazione si arricchisce di una nuova

figura, quella del bartender.

La differenza più evidente fra le due tipologie è riassunta

nel

free pouring

, un sistema di conteggio verbale delle

dosi di cui si avvalgono i bartender al posto dei misurini

usati dai barman.

Tecniche, formazione e attrezzature nuove che nessuno

conosceva, arrivarono in Italia grazie ad aziende come

Varpo e Planet One.

Giancarlo Mancino

seguì uno dei

primissimi corsi Planet One con l’allora trainer

Corey

Campbell

. Qualche anno dopo anche

Paolo Baccino

frequentò la scuola.

Poi il costume sociale virò in maniera improvvisa: il bar-

tender diventa emblema di spettacoloenightlife. Baccino,

a quei tempi impegnato al banco nelle discoteche della

movida ligure, ricorda le comande ricche di pestati e di

innumerevoli Long Island, Sex on the Beach, Angelo Az-

zurro e B-52.

In quegli anni

Tiziana Borreani

si godeva la vista di una

Milano che diventava la ‘Milano da Bere’: l’happy hour ruba

la scena all’aperitivo tradizionale diventando un fenomeno

sociale, unmust checoinvolgeva indistintamenteprofessio-

nisti e studenti introducendo il concetto di cibo abbinato

al drink offerto gratuitamente al solo costo del cocktail.

Michel Granpasso Orlando

racconta come la reperibi-

lità dei prodotti da miscelare fosse diversa: fino alla metà

degli anni ‘90 non si parlava di certo di Premium Vodka

o di craft spirits.

Il periodo successivo è quello in cui la rivisitazione dei

cocktail IBA andò per la maggiore. Chi non ha mai sentito

parlare di twist on classic?

Negli anni 2000 ci si allontanò del tutto dalle ricette clas-

siche e dalle rivisitazioni per creare cocktail inediti.

Per

Max Morandi

sono gli anni della miscelazione mo-

lecolare e, qualche anno dopo, degli Speakeasy. Due

i protagonisti indiscussi fautori delle tendenze allora

emergenti:

Dario Comini

con il suo pluripremiato Not-

tingham Forest e il team del

Jerry Thomas Speakeasy

di Roma, primo format del genere in Italia, concepito

nel 2009.

Cambiarono anche i prodotti: i premix, che avevano ca-

valcato il mercato fino al primo decennio del 2000, ven-

nerooscurati da una preparazione che è concettualmente

l’opposto, gli sciroppi home-made.

Nel 2007 si tenne il primo Bar Convent a Berlino e da lì

in poi è stato un crescendo: testi specialistici, seminari,

bar show e internet che, per Tiziana Borreani, hanno

offerto a chi lavora al banco bar l’opportunità di essere

una community.

Come spiega

Flavio Esposito:

“oggi abbiamo tutto a

disposizione e ciò può essere anche un fattore negativo

quando ci si improvvisa o si ha poca umiltà. C’è gente

molto preparata, ma anche chi affronta la miscelazione

come un gioco”.

TREND DI MISCELAZIONE: DOVE SIAMO OGGI

Abbiamo chiesto ai nostri bartender di citare le tendenze

di miscelazione protagoniste oggi al banco bar e l’affresco

che ne emerge è variopinto: throwing, affumicatura, fat

wash, estrazioni, azoto liquido, ossido di diazoto, evapo-

ratori rotanti per la distillazione, sifoni, acidificazione,

carbonatazione. Sembra di stare in un laboratorio e a

volte può far paura anche ordinare!

Tiziana e Paolo

del The Balance usano queste tecniche

con moderazione, facendo i giusti passi e mantenendo

sempre una loro identità. Nessuna soluzione innovativa

va esclusa al banco bar, ovviamente dove questo può

avere senso.

Max Morandi

ci scherza su: “E soprattutto

che porti cassetto!”.

Anche

Michel Granpasso Orlando

consiglia di sce-

gliere con gusto e parsimonia: “Affumicare ogni ben di

Dio perché fa figo è sbagliato, sferificare il Campari nel

circolino di paese non ha senso, e di certo shakerare un

Gin Tonic è pericoloso!”.

Thomas Martini

è entusiasta dei nuovi ed efficaci stru-

menti a disposizione ma si domanda se sarà possibile riu-

scire a rendere i drink di oggi indimenticabili come quelli

del passato: “La chiave del successo rimane distinguersi

facendo il classico, offrendo un momento emozionante al

cliente che dovrà uscire dal locale soddisfatto”.

Tra i trendnon si puònoncitare l’affumicaturadei cocktail:

una tecnica molto bella e scenografica ma che richiede

conoscenza, non si può improvvisare con una smoking

gun in mano.

Molta più attenzione, rispetto al passato, anche nella se-

MAGGIO 2016

Mixer

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