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L’opinione di Luca Fumagalli

Amministratore Unico – DIF

IL PUNTO SULLA RISTORAZIONE ITALIANA

IN FRANCHISING

La ristorazione evolve: perché

e in che modo il franchising

è oggi più che mai

una risorsa?

Tutti gli indicatori segnalano che oggi la

ristorazione italiana si trova a un punto di

svolta, tra cambiamento e fallimento.

Se una volta era sufficiente “saper far

da mangiare”, oggi il settore richiede più

professionalità e più efficienza.

Inoltre, la

sostanziale tenuta della domanda attira investitori

e nuovi operatori da altri settori, creando così

maggiore competizione e generando turbative che solo

i competitor più forti e attrezzati sono in grado di superare.

Ecco dove il franchising può giocare e vincere la sua partita:

riducendo i rischi d’impresa per i neo-imprenditori del food

attraverso la creazione di reti forti e competitive e di brand

italiani forti sul mercato interno, ma anche in grado di

affrontare quelli internazionali con il meglio delle nostre

tradizioni culinarie.

Fino a oggi il grande talento

italiano nella ristorazione è stato esportato a

livello di individualità e di eccellenze, spesso

senza una visione, una strategia, un sistema.

Internazionalizzare con il franchising è una

scelta che permette di vendere non solo

prodotti, ma anche attrezzature, servizi,

formazione, metodi e valore. Da una parte

possiamo monetizzare il nostro know-how,

dall’altra possiamo valorizzare appieno il

nostro patrimonio. Inoltre, sviluppare la propria

attività di ristorazione in franchising non significa

assolutamente scendere a compromessi con la qualità

dell’offerta oppure perdere l¹unicità o la peculiarità delle

proprie ricette, ma mantenere la grande forza della tradizione

culinaria italiana con format ben strutturati, in grado di

rappresentarci degnamente in ogni parte del mondo.

ti della nostra società. Arriviamo così a

700 punti

vendita nel 2001 e quasi il doppio solo cinque

anni dopo

. Il franchising della ristorazione incide

ancora in modo marginale nel fatturato complessivo

dell’affiliazione commerciale (4%) ma è solo questio-

ne di tempo.

Nel 2009 è al 7%, con 100 insegne attive per

2.600 punti vendita affiliati.

La crisi è cominciata,

ma la ristorazione in franchising non perde smalto

e nei successivi tre anni mantiene le posizioni con

un’unica positiva eccezione: i format proposti. I Fran-

chisor infatti diventano quasi 150:

sushi, tex-mex,

piadineria, yogurterie, pub, enoteche, ameri-

can diners

– e poi gli ultimissimi

bar vegani

o gli

smoothies bar

– sono la linfa vitale che fa prospe-

rare ancora questo modo di intendere e proporre al

mercato ed al consumatore la ristorazione.

I dati di chiusura del 2015

, divulgati in occasio-

ne di Franchising&Retail Expo di Bologna del 28-30

aprile

attestano 160 franchisor, 3.700 attività

di ristorazione affiliate e un giro d’affari di

quasi 2.5 miliardi di euro, ovvero il 10,4% di

tutto il franchising italiano

.

Con questi numeri la vera sfida del futuro non sarà

perciò solo quella di crescere ancora nel mercato

domestico, ma di esportare, voi aziende e ristoratori

italiani, la vostra cultura culinaria e il vostro know-

how. Ad Assofranchising il compito di assistervi nel

miglior modo possibile».

M

F

OTO

: TEA

RISTORAZIONE

46

Mixer

MAGGIO 2016