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L’autore è Consigliere dell’Istituto

Internazionale Assaggiatori

Caffè e Amministratore del

Centro Studi Assaggiatori

www.assaggiatoricaffe.org

C

on aprile è ripartito Espresso Italiano

Champion, il campionato baristi dell’I-

stituto Nazionale Espresso Italiano.

Quest’anno le gare di selezione, quelle

da cui usciranno i concorrenti che poi

accederannoalle semifinali e alla finaleospitate

da Triestespresso, sfioreranno probabilmente

la trentina (di cui una dozzina all’estero, segno

che l’espresso italiano desta sempre un forte

interesse). È un dato importante perché signi-

fica che arriveremo a coinvolgere un numero

decisamente elevato di baristi, punto che l’I-

stituto Nazionale Espresso Italiano ha sempre

avuto molto a cuore: non una gara per pochi,

ma al contrario un banco di prova per tanti

(nel 2015 si sono cimentati nell’impresa più

di duecento baristi). Mi piace condividere qui

alcune riflessioni su Espresso Italiano Cham-

pion, proprioora che ci troviamo all’iniziodelle

gare del 2016. Innanzitutto il fatto che sinora

si sia sempre avuto un clima di agonismo ma

senza eccessivi momenti di egocentrismo. È

chiaro che partecipare a una gara e vincerla

implica anche un giusto entusiasmo, ma essen-

zialmente i professionisti sono rimasti tutti con

i piedi abbastanza per terra e una volta scesi

dalla pedana di gara sono tornati a quella del

loro locale. Credo che a questo clima abbia

contribuito un punto davvero fondamentale

nell’impostazione di Espresso Italiano Cham-

pion: la giuria sensoriale che opera alla cieca.

Chi assaggia gli espressi e i cappuccini del ba-

rista in gara non ha modo di sapere nulla: ciò

tende a evitare casi di sudditanza nei confronti

dei concorrenti. Questo dona all’operato dei

giudici sensoriali una decisa serenità e li aiuta a

svolgere almeglio il propriodovere. È indubbio

inoltre che una parte dell’entusiasmo intorno

alla gara sia dettato dal fatto che questa non

fa altro che simulare la vita reale. Al barista

infatti è chiesto semplicemente di preparare

quattro espressi e quattro cappuccini. Senza

nessuna teatralità e senza alcuna necessità di

esercitare arti oratorie: sono le tazze che prepa-

ra a parlare per lui, sono loro le portatrici del

messaggio di qualità che dovrebbe governare

l’operato di ogni buon professionista.

Infine poi un punto che mi sta davvero molto

a cuore. Espresso Italiano Champion è forte-

mente portatore del valore della formazione.

Non è un puro momento ludico fine a sé

stesso. Al contrario insistendo sulle buone

pratiche che il concorrente deve adottare in

garamanda il messaggio che nulla deve essere

lasciato al caso. È un’esperienza che sprona i

concorrenti a fare meglio e a formarsi in caso

rilevino delle carenze. Tutti i migliori baristi

che ho visto sfilare sono scesi dalla pedana

con una sola domanda in mente: potevo fare

meglio? Domanda che naturalmente ci po-

niamo quotidianamente all’Istituto Nazionale

Espresso Italiano cercando di perfezionare

Espresso ItalianoChampion. Con in testa l’idea

che resti sempre un momento per celebrare

il barista italiano.

M

Chi fosse interessato a contattare l’autore può farlo

scrivendo a:

carlo.odello@assaggiatori.com

CARLO ODELLO

Agonismo

senza

egocentrismo

ESPRESSO ITALIANO CHAMPION:

NON UN SEMPLICE MOMENTO LUDICO, MA UN EVENTO

PORTATORE DEL VALORE DELLA FORMAZIONE

DI CARLO ODELLO

GIANNIS MAGKANAS, ESPRESSO ITALIANO CHAMPION 2015

Foto: Giada Passamonti

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MAGGIO 2016