milioni di chilogrammi di miscela. Come a dire che un
bar italiano serve in media 175 tra caffè e cappuccini
al giorno, per un incasso di 184 euro.
Passando alla grande distribuzione, nel 2015, secondo
i dati di Iri, le vendite di caffè sono calate a volume del
2,1% e sono aumentate a valore dell’1,9% a circa 1,2
miliardi. La flessione riguarda tutti i tipi di caffè con
quote dal -2 al -16%, con l’eccezione del porzionato
che ha raggiunto i 200 milioni di vendite in crescita del
21,3% sul 2014. Un exploit avvenuto a dispetto di un
prezzo medio molto più alto: 48,6 euro al kg delle cap-
sule (+3,2%) contro 10,7 euro del caffè tostato (+4,6%).
Accanto all’offerta del caffè al bar c’è
il mondo del
vending, che in Host trova una piazza privilegiata
e ben rappresentata dalle aziende leader del setto-
re andando a soddisfare un’esigenza che ha quote
interessanti di mercato
. È una modalità di consumo
sempre più diffusa e apprezzata per consumi rapidi ed
efficienti. Secondo
Confida
, Associazione Italiana Di-
stribuzione Automatica, nel 2015 i 30 milioni di italiani
che utilizzano i distributori automatici hanno generato
un fatturato di circa 3,4 miliardi di euro (+3,1%) con
10,5 miliardi di consumazioni (+2,6% sul 2014). Il dato
comprende sia i distributori automatici tradizionali sia
le macchine a capsule e cialde diffuse in case e uffici.
Se aumenta la produzione di porzionato e capsule da
parte delle torrefazioni, cresce anche il numerodi piccole
360 gradi sul mercato, dall’azienda multinazionale al
piccolo torrefattore locale, che è stata molto apprezzata
dai numerosi buyer, giunti a Milano da tutto il mondo
per questo appuntamento irrinunciabile.
La già ricca area del SIC che comprende
Caffè Tea
con Bar, Macchine caffè, Vending a cui si aggiunge
quella del Gelato Pasticceria
darà un’ampia e com-
pleta visione di un settore che sempre più si ibrida nei
formati e nella proposta, ma non mancherà di entrare
in sinergia con le altre due macroaree di Host,
Ristora-
zione professionale con Pane, Pizza, Pasta
; e
Arredo
e Tavola
, integrandole e arricchendole di nuovi spunti.
È una formula che sarà ripresa e amplificata anche nel
2017, un’altra edizione pronta a cogliere le ultimissime
evoluzioni. Il Sic nel 2015 ha aumentato gli spazi espo-
sitivi del 40% e ha visto la partecipazione di oltre 500
aziende. Per il 2017 hanno già confermato la presenza
nomi importanti, che meglio di chiunque altro daranno
il polso del settore. Tra questi ci sono Andaluza De Ca-
fes, Aromat Niederlassung Hamburg Der Dek Deutsche
Extrakt Kaffee, Blaser Trading, Caffè Vergnano, Covim,
Kimbo, Loring Smart Roast, Nordic Approach, Sandalj
Trading Company, Torrefazione Portioli.
Accanto al caffè, com’è ormai tradizione, c’è una
sempre
più interessante e vivace sezione Tea
, che va a sod-
disfare le esigenze di un cliente diverso, più focalizzato
sul salutismo. Come dimostra l’avanzata del matcha, il
tè verde con proprietà antiossidanti. Secondo
Euromo-
nitor
, le prospettive sono buone perché sempre più
italiani sono desiderosi di sperimentare nuovi gusti,
varietà e occasioni di consumo. Nel 2015 il tè nel nostro
Paese è cresciuto in valore del 3% fino a raggiungere
un giro d’affari 355 milioni di euro, e del 2% a volume
fino a 7mila tonnellate. Un settore che non mancherà di
incontrare anche le esigenze dei buyer internazionali,
che fanno riferimento a mercati più tradizionalmente
votati a questa bevanda.
I “NUMERI” DEL CAFFÈ
Quantovale inveceoggi il settoredel caffè? Partiamodalla
base, il caffè verde.
Secondo ICOcompositeprice
il suo
prezzo nel 2015 è calato a 124,67 centesimi di USD per
libbra, - 41% sul 2011. Meno pesante il deprezzamento
della quotazione in euro (-26%) per effetto del cambio
favorevole con il dollaro: 2,49 euro al chilogrammo,
contro i 3,36 euro del 2011. Una diminuzione che non
arriva mai fino al costo di acquisto del caffè torrefatto,
e dunque non va ad incidere sul prezzo della tazzina,
sostanzialmente stabile (è cresciuto del 14% dal 2008
al 2015) con una media di 0,96 euro e un range che
varia di città in città, dagli 1,07 euro di Bologna, Rovigo,
Ferrara e Bolzano agli 0,74 euro di Bari.
Questo per un numero di tazzine di espresso consu-
mate al bar in un anno in Italia davvero stratosferico:
FIPE- Federazione Italiana Pubblici Esercizi
ne stima
oltre sei miliardi per un volume d’affari di 6,6 miliardi
di euro, cappuccino compreso, e un consumo di 47