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Sono passati tredici anni dalla prima

copertina della rivista Gambero Rosso

dedicata ai pizzaioli. Era il 2003.

La coraggiosa cover, in tempi in cui solo

i cuochi avevano spazio sui magazine,

ha segnato un cambio della percezione

dei pizzaioli nell’immaginario collettivo.

Da chef di serie B, la categoria si sdogana

e si accredita a livello di professionisti

stimati e ricercati. È solo l’inizio: nel 2005

le pizzerie vengono inserite nella guida

del Gambero Rosso Ristoranti d’Italia e nel

2009 arriva la consacrazione internazionale

con la citazione (che non significa la stella,

attenzione!) nella guida Michelin de

La Notizia di

Enzo Coccia

. Da allora l’ascesa

della categoria non conosce sosta.

e pizzaioli erano praticamente inesistenti, a differenza

di oggi”. La svolta risale alla prima metà degli anni’90

“quando diventa una tendenza disporre il forno accanto

alla cucina, favorendo quindi la contaminazione tra i

due reparti”, specifica

Alfio Russo,

secondo classificato

per l’area Pizza Classica agli ultimi campionati mondiali

della pizza, anima del Pizz’art di Siracusa. E se le più

richieste restano le pizze classiche, ormai è chiaro a

tutti che sia meglio diversificare l’offerta. “In termini di

numeri, Margherita, Capricciosa eMarinara vanno per la

maggiore, ma resta importante offrire nuove proposte

per differenziarsi e per rispondere al desiderio di novità

dei clienti” puntualizza

Federico De Silvestri

, primo

classificato ai campionati mondiali di pizza 2016 per

la migliore pizza senza glutine, titolare della Pizzeria

Quattrocento di Marzana (VR), dotata di due laboratori,

di cui uno destinato solo alla pizza senza glutine.

M

La lavorazione e gli

ingredienti della verace

pizza napoletana artigianale

sono definiti nella norma

UNI 10791:98 e sono stati

predisposti dall’Associazione

Verace Pizza Napoletana

che dal 1984 promuove

la conoscenza della

verace pizza napoletana

artigianale ed è la promotrice

della norma citata e del

disciplinare della Pizza

Napoletana Stg.

È tempo di…

PIZZA FRITTA

Nata nella Napoli della fine della seconda

guerra mondiale, la pizza fritta è un

piatto tradizionale della cucina di strada.

Un alimento povero che si mangiava in

piedi, camminando, e che si comprava

alle bancarelle ambulanti, ai banchi

dotati di bruciatori, all’ingresso dei forni

o direttamente nelle case private a livello

della strada. Oggi le friggitorie in strada

sono scomparse, ma la pizza fritta sta

tornando di moda. Un segnale? Poco prima

dell’estate

Enzo Coccia

ha inaugurato

a Napoli, a pochi passi dalla sua storica

pizzeria, la nuova

‘O sfizio d’à Notizia

e

Gino Sorbillo

ha aperto a Milano l’

Antica

Pizza Fritta da Zia Esterina

a due passi

da Luini, il re dei panzerotti milanesi.

PIZZA SENZA GLUTINE

L’esigenza di rispondere ai bisogni

dei clienti intolleranti al glutine ha iniziato

a essere percepita una decina di anni fa.

“Ma solo dopo il 2010 la pizza senza glutine

è entrata nella nostra cultura.

Oggi è un fenomeno di costume che

sconfina nella moda e che rappresenta

sicuramente un’ottima fonte di business”

sottolinea

Federico De Silvestri

.

La rivalsa della categoria

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