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Mixer
/ OTTOBRE 2016
PUBBLICO ESERCIZIO
Trend
virale per inventare pubblicità capaci di sfruttare il
passaparola digitale e diventare così tormentoni. Il
successo, però, non è affatto assicurato.
Tuttavia, tentar non nuoce: non mancano ristoranti e
locali che, per farsi conoscere in modo creativo e di-
verso dal solito, hanno puntato su contenuti virali low
cost. Il Ristorante L’Ancora di Grosseto, per esempio,
è lo sfondo di un simpatico balletto “Harlem Shake”
con quasi ventimila visualizzazioni su YouTube.
App di ogni tipo si accumulano negli smartphone e
tabletdei consumatori, tant’èchesi potrebbeparlaredi
una nuova abitudine con vecchie radici: lo “z-apping”,
ossia frenetico sintonizzarsi da un applicazione all’al-
tra, versione contemporanea e mobile dell’omologa
pratica televisiva.
Dati relativi all’utilizzo di applicazioni mobile negli
Stati Uniti delineano un quadro fino a pochi anni fa
inimmaginabile: l’americano medio passa più di 30
ore al mese utilizzando 27 diverse applicazioni per
smartphone e tablet (fonte: Nielsen). Numeri in co-
stante crescita, sicuramente non troppo distanti da
quanto sta accadendo oggi in Italia, dove il boom
dell’Internet mobile è ormai una realtà conclamata:
su 22 milioni circa di utenti connessi giornalmente,
oltre 18 accedono a Internet via device mobili. Il 72%
del tempo totale passato online è generato dalla fru-
izione di cellulari e tablet (fonte: Audiweb) e dunque
dallo “z-apping”.
Ovviamente il mercato si è adeguato in fretta: per il
sistema operativo Android sono disponibili oltre 1,6
milioni di applicazioni diverse, per iOS (Apple) circa
1,5milioni.Daun latodunqueosserviamoconsumatori
sempre più voraci e onnivori, dall’altro un numero
spropositato di app – molte delle quali gratuite e
particolarmente aggressive nell’immagazzinare i dati
personali di utenti troppo frettolosi nel concedere il
consenso informato.
Per quanto riguarda il settore, le implicazioni sono di-
Z
COME Z-APPING
verse. Chi sta pensando di appoggiarsi o meno a una
delle tante applicazioni geolocalizzate pensate per
promuovere e cercare ristoranti e locali, valuti bene
caso per caso: il mero fatto che un’app esista non vuol
dire che sia effettivamente utilizzata, dato il crescente
affollamento degli store digitali. Come testimonia la
classifica delle applicazioni più scaricate nel 2015 a
livellomondiale, avinceresonoquellecapaci di entrare
nella quotidianità delle persone: Facebook, Google
Search, YouTube, Google Maps e – soprattutto in Ita-
lia – sistemi di messaggistica alternativi agli sms come
WhatsAppeFacebookMessenger. IlVocabolario
del Bar 2.0 finisce qui, grazie per l’attenzione!
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