FEBBRAIO 2017 /
Mixer
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C
osa c’è in un bicchiere di birra? Birra – si
spera –ma c’è anchemoltodi più. E se alcuni
novizi dicono che dietro questi oggetti di
vetroci sia solomarketing, bisognaguardare
al di là del marchio per capire che il bicchiere è in
grado di influenzare notevolmente il colore, l’aroma,
il gusto di questa famosa bevanda a base di luppolo.
“È indubbio che nello sviluppo dei bicchieri da birra,
le aspettative di marketing siano molto alte – afferma
Stefan Grauvogl
nella sua figura di direttore dell’ac-
cademia Doemens in Italia (il primo master dove è
possibile conseguire il certificato di sommelier della
birra) – Si comunica con il logo del birrificio diretta-
mente al cliente finale. Tipologia, forma, dimensione
del bicchiere, riflettono l’immaginedi basedel birrificio
(tradizionale,moderno,punk, stravagante,esclusivo…).
Il bicchiere, inoltre, è un regalo (gadget) ideale e rela-
tivamente poco costoso per un’azienda”.
Tuttavia, l’importanza di un bicchiere per ogni birra
non si riduce a un semplice strumento di comunica-
zione aziendale, a meno che non si voglia puntare su
un effetto scenico fine a se stesso.
“Il bicchiere è un qualcosa che serve a valorizzare il
prodotto– spiega
AlfredoColangelo
, grandeesperto
dibirra, agrotecnicoesommelier,oraresponsabilequa-
lità e direttore commerciale di Birra del Borgo – Ogni
caratteristicadellabirrapuòessereesaltatascegliendo
il giusto calice, come per un vino rosso corposo non
useremo di certo un flûte da champagne e per un vino
biancounbicchieredaamaro,perogni birradovremmo
avere un bicchiere, e se questo non fosse possibile,
utilizzare un calice standard aiuta a servire al meglio
una buona fetta di tutti gli stili esistenti”.
E se alcuni calici (ad esempio la famosa coppa della
Orval
) sono diventati icone della marca o dello stile
(si pensi ai caratteristici bicchieri usati per le
Weizen
e
soloper quelle), la loro forma nasce comunque sempre
dalla finalità di ottimizzare la degustazione in base alle
caratteristiche della birra.
DALLA FORMA, IL GUSTO
Allora, quali tipologie di bicchiere si devono utilizzare
davvero?
“Dipende da quanti ‘stili birrari’ si vogliono servire –
dichiara
MichelaCimatoribus
, autriceassiemea
Marco
Giannasso
e
Andrea Legittimo
del libro ‘Fatti di Birra’
e co-fondatricedi TheGoodBeer Society, unprogetto
dedicato alla formazione e agli eventi birrari – Esistono
alcuni bicchieri “universali”, come per il vino, ma vale
certamente il detto “ad ogni birra il suo bicchiere” per
goderealmegliodellecaratteristichespecifichedi ogni
prodotto. In realtà, i bicchieri si declinano sulla base
di uno stile specifico, non basta la classificazione per
tipologia di fermentazione e tantomeno la distinzione
tra industriali e artigianali. Ad esempio, una Weizen
spillata nel suo bicchiere sviluppa una bella schiuma
che serve a eliminare l’anidride carbonica in eccesso e,
allo stesso tempo, protegge la birra dall’ossidazione:
ne consegue che la degustazione sarà più piacevo-
le. Lo stesso discorso si potrebbe fare per molti altri
“Per ogni birra dovremmo
avere un bicchiere,
ma un calice standard
aiuta a servire al meglio
una buona fetta
di tutti gli stili esistenti”
ALFREDO
COLANGELO,
ESPERTO DI BIRRA,
AGROTECNICO
E SOMMELIER