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Mixer

/ FEBBRAIO 2017

DOSSIER

Birra / Attrezzature

“Proprio così. Aroma e sapore differiscono notevol-

mente a seconda del tipo di bicchiere utilizzato – pun-

tualizza il direttore

Stefan Grauvogl

– Quest’ultimo

dovrebbe essere sempre adatto alla tipologia di birra

servita perché il bicchiere influisce in modo spiccato

sui cinque sensi: la vista, la sensibilità tattile, l’olfatto,

il gusto e l’udito. Poi ci sono le influenze legate al ma-

teriale. Se si seleziona un bicchiere sbagliato per un

certo tipo di birra con un profilo aromatico preciso, si

rischia di non degustarla correttamente”.

Ed è proprio sui materiali che gli fa eco

Michela Cima-

toribus

che rivela: “i bicchieri odierni sono il risultato

di una lenta evoluzione, in primis dellematerie prime:

dall’utilizzo di elementi presenti in natura come con-

chiglie e cortecce, si è passati alla terracotta, alla ce-

ramica, al peltroe al vetro. Almomento sopravvivono,

principalmente inGermania, diversimateriali tradizio-

nali come la ceramica e il peltro. Anche la dimensione

dei vari calici e boccali è legata alle usanze del paese

di origine: la pinta inglese contiene 0,56 litri di birra,

quella americana 0,47 litri. Il classico Mass tedesco,

originariamente da 1,069 litri è stato poi adattato a

contenere 1 litro esatto di birra. La forma, come già

detto, è il risultato dell’evoluzione degli stili”.

stili. Perché la forma del bicchiere influisce anche sul

modo in cui la birra entra in bocca e, quindi, su quali

suecaratteristicheorganolettichevengonomeglioap-

prezzate (dolcezza, acidità, sapidità, amaro, sensazioni

boccali…). Un’imboccatura stretta concentra gli aromi

e trattiene la schiuma; un’imboccatura larga invece

consente un’ampia superficie di contatto della birra

con l’aria e la diffusione degli aromi. Inoltre, questo

tipo di bicchiere, aumenta la superficie di bocca su cui

si distribuisce il liquido e amplifica la percezione del

sapore dolce. L’imboccatura stretta, invece, sottolinea

la percezione dell’amaro e dell’acido, in quanto con-

voglia la birra verso il fondo del cavo orale”.

Insomma, lasceltadel bicchiereèdi grande importanza

perchéèpropriograzieadessoche labirrapuò svelare

completamente il suo gusto.

PARLIAMO DI PERFECT SERVE

“A parte la scelta del bicchiere, esistono quattro principali tecniche di spillatura, legate

di nuovo agli stili di birra” – ci spiega

Michela Cimatoribus

di The Good Beer Society .

Alpino-tedesco

: spillatura a 3 colpi con 2 pause per far compattare la schiuma.

Si tratta di una tecnica che può impiegare anche 5/7 minuti.

Belga-olandese

: spillatura in un unico colpo con bicchiere inclinato a 45°,

riempimento e contemporaneo raddrizzamento, taglio della schiuma con spatola.

Gaelico-irlandese

: 2 colpi, per birre servite con carboazoto (tipo Guinness), con

bicchiere inclinato a 45°, riempimento fino a 3/4 e contemporaneo raddrizzamento,

pausa per stabilizzazione della schiuma, rabbocco.

Anglo-scozzese

: 2 o 4 colpi a seconda della taratura di pescaggio della pompa

(1/4 o ½ pinta), servizio con handpump senza gas propellente.

Altro elemento importante è la temperatura di servizio. Essa è fondamentale per la

percezione di aromi, sapore e frizzantezza.

Se la temperatura è più alta, si percepiranno maggiormente gli alcoli superiori e

i profumi più volatili, il sapore dolce e quello acido, la percezione del corpo della

birra. Il freddo invece tenderà a smorzare gli aromi meno volatili, mentre aumenterà

la sensazione di amaro, la secchezza del gusto e la carbonazione, oltre all’eventuale

astringenza della birra. Il corpo della birra sarà meno percettibile e la schiuma avrà

una maggiore durata. Fondamentale per il ‘perfect serve’ ricordarsi di sciacquare il

bicchiere con acqua fredda, non solo per lavarlo, ma soprattutto per abbassarne la

temperatura, che deve essere il più possibile vicina a quella della birra.

MICHELA CIMATORIBUS,

CO-FONDATRICE DI

THE GOOD BEER SOCIETY