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FEBBRAIO 2017 /

Mixer

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di cantine e vigneti sembra tuttavia uscita, sempre di là

dalle Alpi, dagli storici territori di Bordeaux e Borgogna

per approdare in Loira.

Notizia di questo inizio dell’anno

è che il proprietario di Chateau Montrose –si tratterebbe

quindi di acquisto per così dire patriottico- si sia notevol-

mente avvicinato a Clos Rougeard, una delle gemme tra

i produttori di Cabernet Franc. A dire il vero la cessione,

imminente ma non ancora formalizzata al momento di

questo articolo, pare sia stata incentivata dalla prematura

scomparsa di uno dei fratelli che in precedenza guidavano

l’azienda, accompagnata, come spesso accade in questi

casi, da successivi dissidi familiari.

LO SHOPPING DEL RAPPER

Persino le “bollicine” più famose al mondo non sfuggono

allo shopping.

L’esempio più eclatante è stato quello del rapper Jay-Z che

decise di comprarsi un marchio di champagne, Armand de

Brignac, anche perché un direttore amministrativo di un

noto marchio di perlage fece un commento non proprio

entusiastico sul fatto che certe star della musica americana

bevessero, con buona dose di ostentazione, lo champa-

gne che essi producevano. In Italia gli acquisti esteri non

mancano, anche se, pare, possano vantare un legame più

solido che va ben oltre lo scambio di beni.

Testimonian-

ze di questo trend sono le cessioni de La Cerbaiona a

Montalcino,

acquistata da un magnate americano dell’Hi-

Tech già comunque cliente, nonché fan sfegatato di questo

produttore,

e Vietti.

In Langa le voci su ulteriori cessioni di

cantine sono ultimamente all’ordine del giorno, anche se,

come nel caso di Vietti, eccellente produttore di Barolo,

l’entrante proprietà a stelle e strisce ha preteso che tutto

rimanesse come era al momento della vendita di questa

prestigiosa azienda con sede a Castiglione Falletto.

DOPO GLI STATES, ECCO GLI ASIATICI

Dopo gli americani in Italia sbarcheranno con grande pro-

babilità anche gli orientali, in gran parte interessati a molte

aziende, in particolar modo toscane, come dimostrano i

sondaggi, sempre più numerosi, effettuati dal Segonzac in-

ternational Group, societàd’investimenti con capitale cinese

già proprietaria di un’azienda a Bordeaux. Ultima notizia in

ordine di tempo ma non sicuramente per importanza, è la

vendita, anche se alcuni parlano di partnership, di una delle

realtàpiù storichee rappresentativedel panoramaenologico

nazionale: Biondi Santi. L’acquirente? Il gruppo Epi, che già

detiene inFrancia lamaisondi champagneCharlesHeidsieck

oltre ad altri marchi di lusso nel campo dell’abbigliamento.

Speriamoche l’essere imprenditori non significhi, inquesto

come in altri casi a venire, dimenticarsi della storia enolo-

gicadi un’azienda edel rispettivo territoriodi produzione.

Aspetti che alle volte non si comprano mai veramente del

tutto, ma che sono ben più difficili da mantenere

intatti, rispetto al fare, o non fare, buono un vino.

M