40
Mixer
/ LUGLIO/AGOSTO 2017
RISTORAZIONE
e di marketing: “i numeri ci dicono – è l’opinione del campa-
no
Pietro Parisi
– che c’è ancora tanto da fare. Ora parlare
di cucina “no spreco” fa tendenza; celebri chef si ergono a
paladini del consumo sostenibile. E’ veramente così o per
alcuni è solo un’operazione di facciata?” Una provocazione?
Se anche così fosse non avrebbe molta importanza: in fin dei
conti il virtuosismo alimentare porta pasti caldi e alimenti,
altrimenti cestinati, sulle tavole di organizzazioni no profit.
PARTNERSHIP, IDEE E AZIONI
Quali i partner di queste associazioni? La più
celebre è senz’altro
Just Eat
che si è inven-
tata, da pochi mesi, il Ristorante Solidale; un
progetto (ora consolidata realtà milanese,
ma si parla già di altre metropoli) di
food delivery solidale sviluppato con
la collaborazione di Caritas Ambro-
siana. “Sono 14, per ora, i ristoranti
aderenti – le parole sono della pr ma-
nager
Viviana Marino
– che prepara-
no, in corrispondenza di un calendario
di appuntamenti prefissati, eccedenze
alimentari di materie non lavorate, pro-
dotti freschi, pane, derrate integrenon
Sostenibilità
LOTTA ALLO SPRECO DEL CIBO, RIUSO
DEGLI ALIMENTI “A FINE VITA”, RICICLO:
VERE E PROPRIE PAROLE D’ORDINE QUANTOMAI
ATTUALI NEL NOME DELLA SOSTENIBILITÀ
E DELL’AIUTO VERSO I PIÙ DEBOLI. CON I BAR, I
RISTORANTI E UNA LEGGE AD HOC, ACERBA
MA PUR SEMPRE LA PRIMA IN ITALIA.
E QUALCOSA INIZIA A CAMBIARE
di Andrea Matteucci
Alla ricerca
del cibo
SPRECATO
D
el maiale non si butta via niente: è un antico e
popolare detto toscano, questo, ora più che mai
attuale. E numeri importanti e drammatici relativi
allo spreco alimentare lo confermano: nella sola
Unione Europea ogni anno vengono gettate circa 88 mi-
lioni di tonnellate di cibo, che corrispondono al 20% degli
alimenti prodotti in Europa. Una piaga sociale, inaccettabile
anche per chi di cucina ha fatto il proprio core business. Ma
qualcosa si muove, grazie alla quasi neonata legge 166, la
legge Gadda, che mira a combattere lo spreco di alimenti. E
c’è chi, già da tempo, si dimostra attento: “riscoperta della
cucina tradizionale, stagionalità e km. 0, studio accurato e
continuo della domanda – è la ricetta di
Giancarlo Deidda
,
ristoratore cagliaritano – mi consentono di gettare poco o
nulla. Ma anche l’informatizzazione dei sistemi di controllo
sull’approvvigionamento, gli ordini e la variazione della do-
manda nel tempo sono da non trascurare”. Parere condiviso
anche da
Beppo Tonon
, chef “creativo” veneto che ha anche
trovato il modo di riutilizzare ciò che verrebbe buttato: “la
percentuale di scarto, nel mio caso, si avvicina allo zero: an-
che la frutta e le verdure che uso nella decorazione vengono
riutilizzate. La frutta serve a guarnire le coppe gelato mentre
le verdure (con le quali decoriamo i nostri buffet) diventano
pinzimoni colorati”.Ma c’èchi insinuaundubbio, di immagine