Table of Contents Table of Contents
Previous Page  44 / 108 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 44 / 108 Next Page
Page Background

42

Mixer

/ LUGLIO/AGOSTO 2017

RISTORAZIONE

Sostenibilità

RICICLARE MEGLIO, RICICLARE TUTTO

Evitare lo spreco e il riuso si deve però obbligatoriamente

declinare anche in tutti gli altri settori attinenti la ristorazione,

e qui entra in gioco anche il riciclo, ad esempio, di arreda-

menti di locali e ristoranti. Da qui è partito l’architetto

Gior-

gio Caporaso

attraverso un brand di complementi di arredo

professionale con una forte personalità stilistica ecososteni-

bili, riciclabili e funzionali. “Diversi i materiali (cartone, vetro,

metacrilato) – spiega

Caporaso–spessogià

riciclatiecomunqueri-

ciclabili,modulabili tra

loroper unacompleta

flessibilità e persona-

lizzazione, combinati

a incastro oppure

avvitati o incollati per

monomateriale”. In

questo modo posso-

no successivamente

essere scomposti, di-

sassemblati eulterior-

mente riciclati. Que-

sto, a grandi linee, il

quadro d’insieme di

spreco e riuso, prin-

cipalmente (ma non solo) degli alimenti. Un’attenzione alla

sostenibilità sempre più grande che necessita, all’interno del

comparto della ristorazione, di un organismo che ne coordini

idee, soluzioni e azioni che risponde, ovviamente, al nome di

FIPEnelleparoledi

LucianoSbraga

,direttoredelCentroStudi:

“la ristorazioneha unadoppia responsabilità. Da un latodeve

farsi carico di contenere lo spreco di cibo e dall’altra ha una

funzione “educativa” perché spesso i trend si costruiscono

proprio fuori casa. Siamo stati parte attiva nell’iter di appro-

vazione della legge 166 (ma aspettiamo ancora alcuni decreti

attuativi che la facciano diventare effettiva) che oggi rende

più semplice alle imprese donare le eccedenze alimentari

a chi ne ha bisogno. Ma la prima regola per contrastare lo

spreco è fare cose buone e di qualità (e su questo la ristora-

zione italiana ha dimostrato di essere all’altezza) prestando

attenzione alle porzioni”. E, guardando al domani… “Nei

prossimimesi proseguiremo–concludeSbraga–con leazioni

di comunicazione a favore della family bag e della wine bag

nei ristoranti avviando formedi collaborazionecon i tanti sog-

getti della filiera”. Siamo agli inizi di una lunga strada?

Si, ma la direzione è presa, ed è solo una, obbligata.

FAMILY BAG: SE AVANZO

PORTATEMI A CASA

Family bag e wine bag: due prodotti tanto utili quanto

poco conosciuti nel settore ristorativo nostrano. Partico-

larmentediffusi nel restodel mondo stentano aprendere

piede in Italia: le cause sono diverse, e vanno probabil-

mente ricondotte a una scarsa cultura “no spreco” e,

ancor di più, a ungenerale sensodi vergogna e imbarazzo

nell’uscire dal ristorante con gli avanzi in mano…Eppure

i numeri parrebbero dire il contrario: circa il 90 % dei

commensali intervistati li ritiene giusti per non sprecare

cibi ebevande comunquepagati e, comunque sia, nel sud

Italia rappresentano una pratica ben più diffusa rispetto

al nord. Ma qualcosa, anche qui, si muove: packaging

innovativi, pratici, creativi e, chissà, magari con logo e

nome del proprio locale in bella evidenza. Basta così

poco per coltivare una corretta cultura contro lo spreco

(e fidelizzare il proprio marchio)…

utilizzate, pronti per essere ritirati dal

servizio a domicilio e consegnati per la

cena in luoghi come il Refettorio Am-

brosiano”. Il tutto affiancato da un or-

dine speciale effettuato direttamente

da Just Eat in uno dei ristoranti per

completare la consegna con il cibo

necessario al numero di persone in

attesa di una cena presso il luogo

identificato da Caritas. Il risultato?

Già450personehannoconsumato

pasti altrimenti destinati ai bidoni

marroni dell’umido. Sensibilità e attenzione

(ma anche marketing e immagine…) da parte dei network

gastronomici e di liberi professionisti, come quelli di

Regu-

sto

(dal latino “gustare di nuovo”): un sistema che connette,

attraverso un’app e un portale, domanda e offerta di alimenti

quasi “a fine vita” lungo tutta la filiera alimentare. “Scopo di

Regusto – racconta l’agronomo

Paolo Rellini

– è mettere in

comunicazione intemporealechi vendealimenti ineccedenza

o in scadenza con chi intende acquistarli, riservandoun’atten-

zione particolare anche al settore no profit”. Per il recupero

il canale è doppio, B2C e B2B: il primo dedicato ai consuma-

tori finali, il secondo rivolto ai ristoratori e agli enti no profit.