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SETTEMBRE 2017 /

Mixer

21

quando al cliente si spiega che è una monorigine coltivata

vicino a piante di pepe per cui ne prende i sentori, specie se

estratto come espresso. Queste particolarità sono sempre

riportate su unbigliettino che accompagna lebuste, dall’etto

fino al chilo, per l’acquisto da parte di turisti ed estimatori.

Conquestoassettocircadueanni fa la torrefazioneveneziana

si èpropostacome fornitoredel canaleprofessionale (horeca)

cui si deve, oggi, circa un terzo del fatturato.

Tra i clienti: il ristorante la Colombina, Locanda Cipriani che

usa le miscele Caffé Cannaregio nella sua lista di referenze

per Moka; e in un recente passato, Anna Cardin, miglior

sommelier Fisar 2015 che tratta il caffè alla stregua del vino.

“Proponiamo anche il caffè in cialda ese – diceMaela –molto

utilizato nell’hotellerie e per gli appartamenti B&B data la

semplicità di impiego”.

Inoltre Cannaregio è attenta alle consuetudini internazionali

di analisi del caffè. “Nellamaggior parte delle schede di valu-

tazione – conclude – non vi è alcun sistema che tenga conto

del comportamento di una tipologia del caffè al variare della

temperatura. Unparametroche cambia il gusto inparticolare

in modalità espresso”.

Sulfrontedell’internalizzazione,conuninvestimentodi320.000

euro per una concessione di 5 anni, Torrefazione Cannaregio,

da qualchemese, ha aperto una caffetteria presso l’aeroporto

di Venezia, in uno spazio di una trentina di mq che si affac-

cia contemporaneamente nell’area land e nell’area imbarchi.

LA MICROROASTERY CHE HA PRESO IL VOLO

“Inmedia unamicrorastery tosta circa 10 kg di caffè al giorno

chepuòesserecommercializzato,macinatoo ingrani graziea

macchinari per la tostatura che lavorano 1-5 Kgdi caffè crudo

per volta”. A spiegarlo è

Maela Galli Direttore finanziario e

commercialedi TorrefazioneCannaregio

, storicaattivitàcon

caffetteria nata nel 1930 nell’omonimo sestriere di Venezia

e oggi di proprietà di Claudio Cacciamani.

“Diversamente dalle altre piccole torrefazioni – continua –

riusciamo a garantire una produzione gior-

naliera di 35-70 Kg grazie a una tostacaffè

da 30 kg”. I prezzi di Cannaregio sono ab-

bordabili contando che riesce a proporre

alcune specialty a 22 euro al kg contro un

benchmark che ne prevede 27, quando il

posizionamento di mercato di una monori-

gine di alta qualità può arrivare addirittura

a 60 euro o più.

“GuatemalaeColombia sono lemonorigini

più richieste – prosegue Maela Galli – gra-

zie alle grandi torrefazioni che spingono

il mercato in questa direzione benché, a

onor del vero, di un prodotto si debba considerare anche

la provenienza regionale e addirittura di una specifica zo-

na”. A listino 11 prodotti di cui 4 sono miscele e altrettante

referenze a rotazione, specificando che, acquisito sotto

determinati quantitativi (5 sacchi), il prodotto è proposto

come offerta temporanea.

“Ogni caffè va raccontato con uno storytelling ben preciso

– spiega Maela – per ciò alle buste accostiamo sempre la

lettura organolettica in riferimento alla ruotadei sentori e alla

provenienza”. Per esempio l’indiano Mysore è più richiesto

LA CAFFETTERIA

DELLA TORREFAZIONE

CANNAREGGIO

PRESSO L’AEROPORTO

DI VENEZIA

MAELA GALLI