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Mixer

/ SETTEMBRE 2017

DOSSIER CAFFÈ

I torrefattori

OFFERTA GLOBALE

Tra i decani della torrefazione italiana, Caffè Vergnano 1882,

che in Italia serve 6.000 clienti tra horeca e nondimeno all’e-

stero con una presenza in oltre 90 Paesi.

Spiega

DamianBurgess, Trainerdell’AccademiaVergnano

:

“Per rendere riconoscibile il nostro brand nel canale del-

le caffetterie utilizziamo un’unica miscela per tutti i locali”.

E lo stesso discorso vale per i locali in franchising all’estero.

Sul canalebar (horeca)Vergnanogiocasullaprofonditàdell’of-

fertaoffrendonumerosemisceledegli stessi prodotti.Quindi

quel tasso di differenziazione che serve ad accontentare i

gusti del consumatore che cambiano secondo il territorio, è

ottenuto nell’ambitodi un assortimentodi circa 20 referenze:

“InNordItaliaperesempio–diceBurgess–si predilige il gusto

dolce con note di acidità per una consistenza più leggera, da

qui l’inclinazione per la qualità arabica. Così come in Nord

Europa dove si preferisce la cosiddetta tostatura chiara, cioè

ottenuta in minor tempo”. In un Paese non produttore come

l’Italia la tostatura è fondamentale per determinare l’identità

del caffèchequasi semprevieneestrattoinmodalitàespresso:

“Attenzione però – specifica il Trainer –, la tostatura è un

procedimento complicato per cui il personale addetto deve

essere formato per evitare di proporre un prodotto dalla

qualità discontinua, o peggio, di rovinare la miscela”.

Il caffè appena tostato, si sa, è al top della fragranza, un

aspetto su cui punta l’iniziativa in collaborazione con Eataly

che nello store di Roma Ostiense tosta grani in tempo reale

per produrrebuste cartaceedi CaffèVergnanoda50a250gr

macinatoomeno.Unprocedimentocheavvieneanchepresso

Eataly in collina a Chieri spazio di proprietà del torrefattore:

“La tostatura fatta al momento è un valore aggiunto in ter-

mini di servizio al cliente. Tra l’altro le tostatrici più recenti

sono corredate di software per un controllo molto preciso

delle temperature”.

Latostaturaèun’ottimoargomentodimarketing, unprocesso

la cui qualità ottimale si ottiene in condizioni di umidità ben

definite. Non a caso la legge italiana impone che il procedi-

mento avvenga entro tassi inferiori al 13%, laddove le refe-

renze di Caffè Vergnano, come da

due diligence

, vengono

trattate entro un range dell11%. Un accorgimento essenziale

se si desideri scongiurare la formazione di tossine e la pro-

liferazione di batteri.

Qualora si cerchi l’alta qualità è questo un aspetto curato fin

dall’insacchettamento del caffè crudo presso le piantagioni:

“Un’innovazione da parte dei produttori – specifica Burgess

– è costituita dall’introduzione di pellicole e di tecniche di

sottovuoto per isolare i sacchi dall’influenza dell’ambiente

durante la fase di trasporto verso i Paesi consumatori, anche

se allo scopo i sacchi di iuta sono già performanti”. Tecniche

che faranno la differenza sul mercato internazionale alla luce

delladecommoditizzazione in atto: “Unprocesso–prosegue

– determinato anche grazie al circuito del Cup of Exellence

che premia i caffè mettendo in luce imprenditori agricoli e

piantagioni, i quali sono spinti a coltivare tipologie di caffè

sempre nuove e differenti all’interno della stessa area, per

marginalità più elevate e una minore competizione tra i pro-

duttori”.

Resta da stabilire se a valle delle filiera il cliente sia pronto a

percepire differenti livelli di qualità: “La proliferazione delle

microroastery in Europa è un fenomeno molto interessante

– conclude Burgess –. L’Italia è aperta a questa opportunità:

una positività per tutti purché il barista fornisca un plus in

termini di servizio e trasferimento della cultura attraverso

un’Accademia come la nostra”.

DAMIAN BURGESS