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Mixer

/ SETTEMBRE 2017

LA PROFESSIONE

I

Global Coffee

Guilin non è la globalizzata Shanghai e mi prendo quindi

la libertà di chiedere a Yuan Lin come fanno a proporre il

caffè a chi si vuole avvicinare a questo prodotto. Lei mi

risponde che indagano brevemente sui gusti del cliente,

ad ogni modo nei casi dubbi suggeriscono un cappuccino.

Oppure un filtro, così vicino nelle tonalità aromatiche e nelle

dimensioni a un tè, l’asso pigliatutto in Cina.

Per unabella tazza comequella che sorseggiamo, laquantità

è sufficiente per due persone, si parte da circa 2,50 euro:

possono sembrare pochi ma in questa città con la stessa

cifra una persona ci fa pranzo. Inutile dire che l’espresso è

una cosa da intenditori.

FATTORINI PER COFFEE LOVERS

Entra nel frattempo un fattorino, lo riconosco dalla divisa

gialla, ma chiedo numi: è uno delle migliaia che lavora per

Meituan, una specie di Tripadvisor cinese che permette oltre

che di valutare il locale anche di ordinare a domicilio.

Ecco allora partire gran bicchieri take away a base di doppi

espressi conunagenerosaquantitàdi latte (australiano), pan-

na, sciroppi e cioccolato, ghiaccio (sempre gradito). Perché

d’altronde uscire e andare al bar in una città dove il sole

brucia la pelle e l’umidità taglia le gambe? Per i novelli cof-

feinomani cinesi sfrecciano orde di fattorini in scooter (ma

solo se in un certo raggio dal locale, altrimenti la app nega

graziosamente il servizio).

Il ritmo di lavoro è tutto sommato rilassato rispetto a un bar

italiano (e lo è comunque anche nelle grandi catene dove ci

si può consumare nell’attesa del proprio espresso). Eppure

sono convinto che anche quando il ritmo si farà più incal-

zante Yuan Lin e Chen Liang sapranno impostare il giusto

flusso di lavoro, senza perdere in qualità, mantenendo puli-

zia e ordine. Perché sono cinesi e, come pressoché tutti gli

asiatici che ho conosciuto nella mia vita, hanno fatto

proprio il

modus operandi

corretto. Standing ovation.

CAPIRE IL MERCATO DEL CAFFÈ CINESE PARTENDO DA UNA PICCOLA CAFFETTERIA

DI UNA MEDIA CITTADINA

di Carlo Odello

L’autore è Consigliere dell’Istituto

Internazionale Assaggiatori

Caffè e Amministratore del

Centro Studi Assaggiatori

www.assaggiatoricaffe.org

CARLO ODELLO

Un buon caffè… “take away”

I

l mercato del caffè in Cina si può studiare in tanti modi,

ma sedersi qualche ora in un coffee shop indipendente al

fiancodei proprietari non ha eguali: è lì, nel contesto reale,

che si capisce cosa sta succedendo. Io l’ho fatto e proprio

in una piccola caffetteria di Guilin, una città di circa un milione

di abitanti, una popolazione tutto sommato modesta in Cina,

ma con un flusso turistico nazionale e internazionale rilevante.

LA CASE HISTORY CINESE

Eccomi qui al Barista’s Room in compagnia di Yuan Lin e

Chen Liang, buoni amici di famiglia. Marito e moglie, sui 35

anni, hanno due locali (ma il piano come per ogni cosa in

Cina è crescere ulteriormente). Sono seduto in quello più

recente, in una zona residenziale di ottimo livello. Con mia

moglie sorseggiamo al banco, ma rigorosamente seduti, un

Etiopia preparatoci con estrema perizia. Un bel caffè, non c’è

che dire. Avremmo potuto comunque scegliere anche altre

origini, soprattutto centroamericane, tutte doverosamente

tostate in Cina. La macchina espresso è una due gruppi di

marca italiana, così come imacinadosatori (ecimancherebbe).

Inutile dire che tutto è tenuto perfettamente in ordine, una

pulizia da manuale.