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D

ecisa, spiritosa, creativa e piena di idee ma

con quella volontà di ferro che permette di

realizzarle, tipicadell’imprenditoredi succes-

so.

RituDalmia

èlavulcanicachefindianache

ha aperto in centro a Milano (in una piazzetta un po’

defilata inzonaBrera)

Cittamani

.Un ristorante indiano

insolito, quanto meno per l’Italia. Un posto raffinato e

accogliente allo stesso tempo, con una cucina lontana

dall’idea che abbiamo noi dell’India, complice la gran

parte dei ristoranti indiani, tante spezie e prezzi bassi,

presenti nelle nostre città.

L’abbiamo incontrata una sera d’inverno in cui era in

Italia per definire insieme alla resident chef

Shivanjali

Shankar

il nuovo menu invernale. L’immagine della

donna di successo sempre pronta a salire su un aereo

e affrontare nuove sfide si stempera con quella di una

personacordialeespiritosa,istintivaerazionalealtempo

stesso. Sicura di sé senza spocchia e rigidità.

Come sei venuta in contatto con la cucina

italiana?

La mia famiglia è vegetariana e nei nostri frequenti

viaggi inEuropa l’unicocibovegetarianochetrovavamo

era l’italiano. Così ho iniziatomoltopresto a conoscere

la cucina italiana, e quando ho deciso di aprire un mio

primo ristorante è stata una scelta naturale. Anche

perché in India è la cucina straniera più apprezzata.

Perché secondo te la cucina italiana è così

popolare ovunque?

Dio è stato molto buono con l’Italia, vi ha dato il gusto

per il design, la cultura, l’architettura, le macchine e

ciò che più conta: il cibo.

Il clima assicura materie prime ottime, inoltre la

cucina italiana è molto onesta, non come la

francese che è troppo tecnica, è

dalla

padella al piatto

[detto in italiano,

lingua che Ritu parla molto be-

ne,

ndr

] ed è questo che la

rende così speciale ovun-

que. Ed è anche

la mia

cucina preferita

.

Dove hai imparato a cucinare italiano?

Mangiando a casa di amici italiani. Ogni giorno imparo

qualcosa, è un processo continuo che va avanti da

25 anni. I miei non sono ristoranti che seguono una

determinata cucina regionale, prendo i piatti che sono

più adatti al palato degli indiani. Non cambio le ricette

indianizzandole, ma scelgo quelle più adatte. Ed è

una filosofia che sto seguendo anche da Cittamani.

Ho considerato il mio Paese come un unico e prendo

qualcosadalla tradizionedi varieparti dell’India. Seuno

si aspetta la cucina indiana che si trova normalmente

a Milano, non dovrebbe sprecare soldi a venire qui.

Una cucina indiana particolare dunque.

Non metterei mai niente in menu che mi piace ma che

è troppo forte per essere apprezzato qui. Ho scelto

piatti con poco aglio, ce ne sono tanti e questo non

li rende meno indiani. E poi c’è il mio tocco, mi piace

giocare con il cibo, se no dov’è il divertimento?

Dunquemolti piatti sono tradizionali, inaltri hogiocato

con gli ingredienti italiani. Penso non sia giusto dare

delle etichette. Non mi piace pormi dei limiti. E così

finora mi sono divertita molto.

FEBBRAIO 2018 /

Mixer

55

Cittamani è la

versione femminile

di Budda,

esprime spiritualità

e sensualità

allo stesso tempo

POLPO E PATATE

ALLA CITTAMANI