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Mixer

/ APRILE 2018

Il Sommelier

DOSSIER VINo

COSTO DEL VETRO, MACCHINARI, ANNATA,

QUALITÀ DELLE UVE E BLASONE DEL VIGNETO:

ECCO GLI INGREDIENTI DEL WINE COST

Romagnolo verace,

Luca Gardini

inizia giovanissimo la sua

carriera, divenendo Sommelier

Professionista nel 2003 a soli 22

anni, per poi essere incoronato,

già l’anno successivo, miglior

Sommelier d’Italia e – nel 2010 –

Miglior Sommelier del mondo.

N

ella ristorazione, per nonchiuderedopopocotem-

podall’apertura, bisogna che ci sia un rapporto tra

il prezzo di un piatto e il costo della materia prima

necessaria a realizzarlo. In gergo si chiama food

cost. Costa caro il food se vogliamo materie prime partico-

lari o se diamo poca importanza alla stagionalità. Lo stesso

accade con il vino al ristorante, ma anche nelle cantine di

produzione. In questo secondo caso ad esempio il prezzo

finale della bottiglia è determinato da numerosi fattori. Co-

sto del vetro, ammortizzazione dei macchinari e annata più

o meno difficile, fanno sì che un vino aumenti di prezzo o si

mantenga stabile. Sulla bottiglia e sul suo costo finale incide

anche la qualità delle uve. Non parlo di quella che l’annata

ha imposto ai grappoli, ma di quella che deriva dal blasone

del vigneto.

IL COSTO DEL VIGNETO

La vigna ha un costo di acquisto che in qualche modo, nel

tempo, va spalmato sul prezzo finale di una determinata eti-

chetta. I prezzi della terra, con viti annesse, oscillano da zona

a zona, inparte inmaniera direttamenteproporzione al costo

del prodotto finale. Normalmente rispetto al nostro paese

di Luca Gardini

la tendenza è quella di acquistare il pacchetto completo di

azienda e vigneto, piuttosto che limitarsi al solo ‘pavimento

vitato’. Sia che si tratti di argilla, di calcare o di altro composto

geologico, il prezzo lo fanno anche, come accade per le abi-

tazioni o le attività commerciali, la metratura, in questo caso

parliamo di ettari, e la posizione. Contestualizzando diremo

che il rangenazionaledel prezzodei vigneti èpiuttostoampio.

DA SUD A NORD

Per il ‘vigneto Italia’ si va da qualche decina di migliaia di euro

al milione. Partendo dal basso, geograficamente parlando,

l’Etna, area viticola ultimamente piuttosto alla moda, visto

che anche Angelo Gaja ha deciso d’investire da queste parti,

in pochi anni ha visto raddoppiare le quotazioni dei propri

terreni. I fattori, al di là delle preferenze spero non solo legate

alla moda che investe queste aree, sono da attribuire anche

alla collocazione dei vigneti, intesa, in questo caso come ver-

santedel vulcano,mapiù ingeneraleanchecomeesposizione

delle piante. Questo fattore fondamentale, insieme alle altre

condizionimeteoclimaticheegeologichecompreseall’interno

della parola ‘terroir’, fanno sì che il prezzo complessivo di un

ettaro possa raggiungere i 120/130.000 euro. Su una cifra

simile si aggirano i prezzi della stessa porzione di vigneto in

Chianti Classico (150.000), mentre per Montalcino arriviamo

anche a 400.000 euro. Sempre rimanendo in Toscana, Bol-

gheri, forse anche in virtù del poco terreno a disposizione,

si attesta a 300.000 euro. Più o meno la stessa cifra a cui

si può acquistare un ettaro di vigna nella zona classica del

Prosecco, ma gli euro da sborsare calerebbero rapidamente,

se volessimo acquistare lo stesso vigneto nella zona della

Doc allargata. Si sale, invece, a 500.000 per una vigna di un

L’importanza

della vigna