APRILE 2018 /
Mixer
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vogliono investire. Le cifre nel bordolese, praticamente le
stesse da un paio di anni, parlano di un paio di milioni per i
vigneti di Pauillac e quasi la metà per quelli situati a Saint-
JulienoMargaux. Scendendodi prestigioedenominazione,
siamo in ambito di Bordeaux AC, le cifre perdono
qualche zero arrivando addirittura a 15.000 euro.
COME METRO DI GIUDIZIO PER UN VINO SI UTILIZZA SPESSO
IL RAPPORTO QUALITÀ-PREZZO, MA COSA ACCADE
CON LE ECCELLENZE ENOLOGICHE DEI VARI TERRITORI?
di Luca Gardini
Qualità-prezzo,
se ci sei batti un colpo
ettaro nella zona classica della Valpolicella, cifra addirittura
raddoppiata per una vigna di Nebbiolo per la produzione di
Barolo. In quest’area oltre al milioncino che si deve sborsare
per una porzione grande un ettaro, bisogna considerare l’or-
goglio, aspetto che in qualche maniera tiene alta l’asticella
dei prezzi. Qui si vende poco e sempre malvolentieri. Forse
anche per questa ragione le compravendite fanno notizia
più per l’atto in sé che per la cifra pagata. Questo accade
quando la zona di produzione ha nel proprio DNA un forte
elemento contadino, quasi come se su quegli stessi terreni
insistessero, oltre alle radici delle viti, anche quelle, invisibili
ma forse più salde e -passatemi il termine- radicate, che
invece legano gli uomini ad un territorio.
I PREZZI FUORI DALL’ITALIA
E all’estero? In Germania, zona Mosella, si possono fare
buoni acquisti, ma anche qui in pochi vendono nonostante
la domanda. In Francia cala la Champagne come prezzi,
crescono,madi pochi punti percentuali, laBorgogna, lo Jura
(zona centrale della nazione) e la Loira. Tiene, come sempre,
Bordeaux, anche se sono in calo i capitali stranieri che qui
A
bbiamo parlato dei prezzi di aziende e dei vigneti
a esse collegati. Rimanendo con i piedi per terra,
ma senza calpestare quella vicino alle vigne di
chi se le può permettere, è chiaro che noi, gente
normale, ci dobbiamo accontentare al massimo di acquistare
lebottiglie, magari derivanti proprioda quelle stesse vigne. Il
ragionamento fila, se non fosse che i costi di alcune etichette
hanno talvolta cifre a tre zeri. I motivi di queste quotazio-
ni sono dovute a diversi fattori o spesso alla somma degli
stessi. Da annate disastrose a rese per ettaro lillipuziane, da
un blasone derivante da aver fatto la storia di un territorio,
alle mode e alle conseguenti speculazioni legate ad un vino
o a un territorio vitivinicolo. Non dimentichiamo ovviamen-
te il mercato. Spesso, infatti, si spende secondo dinamiche
influenzate da fattori come: ‘non avrai altro brand al di fuori
di me’ oppure ‘questa etichetta ce l’ho solo io’.