Table of Contents Table of Contents
Previous Page  57 / 108 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 57 / 108 Next Page
Page Background

APRILE 2018 /

Mixer

55

vogliono investire. Le cifre nel bordolese, praticamente le

stesse da un paio di anni, parlano di un paio di milioni per i

vigneti di Pauillac e quasi la metà per quelli situati a Saint-

JulienoMargaux. Scendendodi prestigioedenominazione,

siamo in ambito di Bordeaux AC, le cifre perdono

qualche zero arrivando addirittura a 15.000 euro.

COME METRO DI GIUDIZIO PER UN VINO SI UTILIZZA SPESSO

IL RAPPORTO QUALITÀ-PREZZO, MA COSA ACCADE

CON LE ECCELLENZE ENOLOGICHE DEI VARI TERRITORI?

di Luca Gardini

Qualità-prezzo,

se ci sei batti un colpo

ettaro nella zona classica della Valpolicella, cifra addirittura

raddoppiata per una vigna di Nebbiolo per la produzione di

Barolo. In quest’area oltre al milioncino che si deve sborsare

per una porzione grande un ettaro, bisogna considerare l’or-

goglio, aspetto che in qualche maniera tiene alta l’asticella

dei prezzi. Qui si vende poco e sempre malvolentieri. Forse

anche per questa ragione le compravendite fanno notizia

più per l’atto in sé che per la cifra pagata. Questo accade

quando la zona di produzione ha nel proprio DNA un forte

elemento contadino, quasi come se su quegli stessi terreni

insistessero, oltre alle radici delle viti, anche quelle, invisibili

ma forse più salde e -passatemi il termine- radicate, che

invece legano gli uomini ad un territorio.

I PREZZI FUORI DALL’ITALIA

E all’estero? In Germania, zona Mosella, si possono fare

buoni acquisti, ma anche qui in pochi vendono nonostante

la domanda. In Francia cala la Champagne come prezzi,

crescono,madi pochi punti percentuali, laBorgogna, lo Jura

(zona centrale della nazione) e la Loira. Tiene, come sempre,

Bordeaux, anche se sono in calo i capitali stranieri che qui

A

bbiamo parlato dei prezzi di aziende e dei vigneti

a esse collegati. Rimanendo con i piedi per terra,

ma senza calpestare quella vicino alle vigne di

chi se le può permettere, è chiaro che noi, gente

normale, ci dobbiamo accontentare al massimo di acquistare

lebottiglie, magari derivanti proprioda quelle stesse vigne. Il

ragionamento fila, se non fosse che i costi di alcune etichette

hanno talvolta cifre a tre zeri. I motivi di queste quotazio-

ni sono dovute a diversi fattori o spesso alla somma degli

stessi. Da annate disastrose a rese per ettaro lillipuziane, da

un blasone derivante da aver fatto la storia di un territorio,

alle mode e alle conseguenti speculazioni legate ad un vino

o a un territorio vitivinicolo. Non dimentichiamo ovviamen-

te il mercato. Spesso, infatti, si spende secondo dinamiche

influenzate da fattori come: ‘non avrai altro brand al di fuori

di me’ oppure ‘questa etichetta ce l’ho solo io’.