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Mixer
/ APRILE 2018
Il Sommelier
DOSSIER VINo
VINO, VINO DELLE MIE BRAME
Dopo le parole un po’ di numeri. A fornirli è wine-searcher
( www.wine.searcher.com ). Questo motore di ricerca per-
mette di conoscere le quotazioni di qualsiasi bottiglia, oltre
a fornire giudizi sulla qualità delle etichette presenti nel suo
database da parte di un panel internazionale di critici (tra i
quali mi onoro di essere parte).
Chiariamo subito che non vi vendono nulla, ma piuttosto vi
dicono dove potrete trovare la bottiglia dei vostri sogni in
tutto il mondo. Con un servizio del genere wine-searcher
riesce a monitorare l’andamento dei prezzi dei vini, intesi
nel senso più globale del termine. Questo ha permesso di
monitorare l’andamento dei prezzi, in alcuni casi aumentati
del 25%, avete letto bene, rispetto all’anno passato. In cima
ai vini più costosi abbiamo gli Chardonnay, in verità uno solo,
e i Pinot Nero della Borgogna. I nomi dei cru, ovviamente in
questo caso tutti classificati grand cru, sono i classici Montra-
chet, Musigny, solo per citarne alcuni, ovviamente prodotti
da aziende che rispondono ai nomi di: Leroy, Romanée Conti
e Leflaive. In vetta e ad prezzo che (per l’ultima annata sul
mercato) si aggira attorno ai 10.000 €, (con incrementi di
ulteriori 5.000€ se consideriamo le speculazioni) c’èproprio il
Romanée-ContiGrandCrudiDomainede laRomanée-Conti.
LA CLASSIFICA DEI PIÙ COSTOSI
Nella top ten di questi vini in cui il rapporto qualità-prezzo
è regolato esclusivamente dal secondo fattore, troviamo
tuttavia alcuni vini dolci tedeschi. In Mosella si producono,
con grande fatica, Riesling dall’elevato grado zuccherino,
che sono in grado di invecchiare per 50 anni e oltre. Per
questo alcune di queste bottiglie, magari di annate parti-
colarmente buone o di produzione estremamente scarsa,
sono vendute sui 10.000 €; cifra esorbitante se pensiamo
addirittura che spesso si tratta di mezze bottiglie. E i costo-
sissimi Bordeaux che fine hanno fatto? Ci sono, ma a cifre
molto più umane o quasi. Il discorso sui vini ottenuti dal
mix di Cabernet Sauvignon e Merlot va inquadrato in una
più organica politica di prezzi, che a Bordeaux è la regola
da tantissimi anni, oltre al fatto che questo territorio può
vantare una capacità produttiva molto più ampia rispetto
a Mosella e Borgogna.
SUL PODIO
Al primo posto tra i Bordeaux un vino che, credo, solo in
pochi conosceranno: il Graves Liber Pater, un vino prodotto
da Loic Pasquet secondo metodi quasi ancestrali. Quali?
Utilizzo di varietà impiegate un tempo nei vini di queste
parti, piantepre-fillosseramesseadimora su terreni sabbiosi
così da contrastarne l’eventuale attacco, a cui va aggiunta
una gestione della vigna, 20.000 piante per ettaro, fatta
da un uomo, il proprietario stesso, e da un mulo. La sua
quotazione? Si parte da 3.000 €, ma si sale al doppio, co-
me accade qualora voleste assaggiare la sua 2009. Anche
altri Bordeaux volano alti, di poco sotto quota 3.000, come
ad esempio i due Pomerol Petrus e le Pin. Il primo dei vini
della riva sinistra è Lafite-Rothschild. In questa graduatoria,
a testimonianza che il vino – anche quello costoso – non
è più soltanto un affare europeo, i vini Californiani. Parlo
in particolare dei Cabernet della Napa Valley, eti-
chette che ormai viaggiano a 3.000 euro a bottiglia.