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Mixer

/ APRILE 2018

RISTORAZIONE

Cucina bretone

bre cioccolataio di Quiberon,

Henri LeRoux, comprendeva

pure noci, mandorle e noc-

ciole tritate. Il contrasto

dello zucchero caramella-

to e del sale di Guérande

conferisce al “caramel” un

gusto unico, con la crema

che viene usata inmolti mo-

di; spalmata sul pane, sulle crepes, come accompagna-

mentodi undessert allemelee, naturalmente, al cucchiaio.

I PRODOTTI DELLA TERRA

In Bretagna, che è la regione più Bio della Francia, si colti-

vano quindi tutti i tipi di verdure; dalle patate alle carote, di

tutti i colori, alle cipolle, cipollotti, porri e scalogni, nonché

i riconosciuti carciofi di Roscoff, della qualità grande, senza

spine, o i Fagioli, bianchi, di Paimpol. Tanta anche la frutta,

tracui le fragole“

gariguette

”di Plougastel-Daoulas (dovec’è

anche un Museo dedicato e dove a giugno si svolge la Festa

della Fragola) dalla forma un po’ più lunga e di colore rosso

chiaro, e, naturalmente, lemele, da cui si fa il sidro, ma anche,

assieme al miele, lo

Chouchen

, liquore a bassa gradazione

(14 gradi) che prende le sue origini dall’idromele medievale,

anche se si pensa che risalga addirittura ai Celti. Bevuto sia

comeaperitivosiaper accompagnare frutti dimareodessert.

AGNELLO & CO.

Chiudiamo questa lunga dissertazione sulla cucina bretone

non con i dessert, di cui abbiamo già parlato prima e come in

effetti si dovrebbe fare, bensì con le carni. Qui ottime grazie

ai metodi di allevamento, e che vengono cucinate in mille

modalitàdiverse; stufate, inpadella, allapiastramaanchesulle

pietre,“

pierrade

”,tradizioneimportatadalleAlpi,o,scenogra-

ficamente Flambée con il Calvados nella proposta chiamata,

conunnomeevocativo,

PotenceMédiéval.

Dasegnalare, per i

carnivoriimpenitenti,anchel’agnello(oilmontone

nero) dell’isola di Ouessant, o

Agneau de prés

salé

(agnello di pascolo salato), che pascola nella

baiadel famosoMont SaintMichel suprati di erba

salata, facendo acquisire così alla carne un gusto

tutto particolare. Infine il saporito “

Kig ha Farz

”,

sempre più difficile da trovare, ovvero un piatto

di carni lessate per tre ore insieme a semolino

bianco e nero cotto in un sacchetto di tessuto e

verdure. Il tutto servito con una salsa preparata

conburro,ciccioli egrassodimaialechiamata“

lipic

”.Insomma,

forse è comprensibile perché stia sparendo, ma vale la pena

provarlo,magari inunagiornatapiovosa invernale, inuna trat-

toriaconvistasull’Oceanoecondavanti unabuonabirra

artigianale

Breizh

… Per poi schiacciare un pisolino…

Potence

Médiéval:

carne

flambée

al Calvados