OGGI AFFERMATO FOTOGRAFO DI FOOD, ALLE SPALLE
UN PASSATO DA CUOCO: I CONSIGLI DI ANDREA FONGO SU COME
IMMORTALARE CON EFFICACIA LE CREAZIONI CULINARIE
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Mixer
/ APRILE 2018
RISTORAZIONE
Foodporn
Occhi da sfamare,
cibo da
di Carmela Ignaccolo
IL FOOD COME NUOVO CODICE COMUNICATIVO, DECLINATO NEL TEMPO
E NELLO SPAZIO ATTRAVERSO SCATTI METICOLOSI E INQUADRATURE ARDITE
S
e il cibo fosse un alfabeto, i primi sarebbero le vocali,
i secondi le consonanti, spezie e condimenti fun-
gerebbero da accenti. Nel nuovo codice semanti-
co del web oggi, infatti, sono sempre più spesso i
piatti a parlare. E per fortuna non c’è bisogno della Stele di
Rosetta per decifrarne il messaggio: si tratta di segni inter-
nazionali (validi a qualsiasi latitudine) in cui il vero calligrafo è
l’artista dello scatto, il mago dello zoom, il professionista del
grand’angolo. Naturalmente spetta ai social l’onere e l’onore
di propalare i nuovi messaggi. E i risultati sono sorprendenti.
Prendiamo Instagram, per esempio, che a proposito di foto la
fa (ovviamente) da padrone, restituendo 265.361.605 risultati
per l’hastag #food, 84.633.338 per #foodie e 153.760.478 per
#foodporn, inglesismo post moderno che indica una sorta di
ossessione per il cibo, una predisposizione amangiarlo con gli
occhi, godendone già, solo guardandolo. Dati inequivocabili,
questi, dell’interesse sempre più diffuso a parlare di alimenti,
ricetteepreparazioni.Nonèuncasoche–standoaun’indagine
TradeLab – una persona su quattro abitualmente posti imma-
gini, video e recensioni della propria esperienza al ristorante.
Oggi il cibo è diventato il mezzo più semplice e immediato di
raccontarsi: sfruttandoforse il suoatavicoruolodi commodity,
si rivela infatti il tramitepiùdemocratico e alla portata di tutti.
Semprepiùspesso, quindi, riscontriamounasovrabbondanza
di discorsi sul tema. E per una società costantemente a dieta,
la contraddizione è patente. Ma c’è poco da sorprendersi: è
Il BUONO?
È ciò che
è BELLO
C
ome cuoco, ho iniziato da au-
todidatta, principalmente in
contesti dove la ristorazione
prevedeva grandi numeri e menù
piuttosto standardizzati. Non c’era
spazio per la creatività. Appena ho
potuto, una volta capito che volevo
uscire dal retro delle cucine, mi sono
dedicato allamia passione più grande:
la fotografia. Il linguaggio delle imma-
gini rappresentava il modo migliore
per comunicare ed esprimere la mia
creatività ad altre persone. Ho deciso
di continuare sulla strada che avevo
tracciato tra padelle e fornelli e sono
diventato fotografo di food.”
“
guardare