MAGGIO 2018 /
Mixer
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ha spiegato il
Presidente Vito Intini
, che ha poi prose-
guito l’intervista: “La nostra associazione offrirà le pro-
prie competenze in campo tecnico-enologico nell’arte
dell’assaggio, della formazione post-universitaria, nella
formazione dei consumatori e dei tecnici a partire dal
livello più semplice. [...] Grazie a questa alleanza i nostri
soci potranno allargare i propri orizzonti ed essere in
grado di dare un giudizio ancora più significativo, com-
pleto e autorevole sulla qualità del vino”.
Presidente Intini, come si concretizzerà a livello
pratico l’accordo tra ONAV e ASPI?
Due commissioni rispettivamente di ASPI e ONAV
stanno lavorando per armonizzare, il linguaggio e la
didattica su 3 livelli distinti e paralleli affinché le due
associazioni,già il prossimosettembre,possano iniziare
l’attività di formazione nella nuova configurazione e
sempre con identità proprie.
Può spiegare le caratteristiche, le similitudini
e le differenze tra i due percorsi?
Con ONAV, al terzo livello che è il più alto, si ottiene
il grado di
Maestro assaggiatore
, le cui tecniche in-
segniamo anche ai laureandi della facoltà di Agraria.
Al secondo livello si diventa “esperti assaggiatori”
e si impara l’enografia, cioè la classificazione del vi-
no per denominazione e zona geografica – igt, doc,
docg ecc. – mentre al primo livello che consta di
15 lezioni si ottiene la patente di assaggiatore dopo
aver imparato la composizione del vino con un taglio
tecnico-enologico, nonché l’assaggio secondo i prin-
cipi dell’analisi organolettica.
Con il terzo livello ASPI invece si ottiene il titolo di
Sommelier Professionista
a tutti gli effetti, dopo un
primo livello di 12 lezioni che insegna le tecniche di
degustazione. E un secondo livello di 10 lezioni che
concerne l’enografia quindi reciprocamente ricono-
sciuto dalle due associazioni. I due “primi livelli” si
possono integrare con 7 lezioni aggiuntive. I percorsi
di terzo livello vanno invece frequentati interamente,
ma chi di ONAV integrerà i primi due livelli ASPI po-
trà frequentare il corso di Sommelier professionista e
accedere ai percorsi internazionali di ASI.
Scusi ma che differenza c’è tra l’assaggiatore
e il sommelier e tra le rispettive tecniche di
approccio al vino?
Il primo come detto si occupa di analisi organolettica
quindi di capire la qualità del vino e la sua composizio-
ne per arrivare a definire se il vino è buono o meno. Il
metodo prevede l’individuazione dei difetti che, una
volta stabiliti, determinano ladiminuzionea scalaredel
punteggio di 100 attribuito a ogni vino in partenza.
I patentati ONAV non si sono mai occupati del vino
nel momento del pasto, in relazione agli abbinamenti
gastronomici e al servizio. Questa è una prerogativa
tipica dei sommelier professionisti, serve a raccontare
DARGENIO
ALLA PROVA
DEGUSTAZIONE
PROVA SERVIZIO CHAMPAGNE
SENZA RITORNO SUL CALICE PRECEDENTE
DEL CARLO
AL.LAPROVA SERVIZIO