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Mixer

/ MAGGIO 2018

PUBBLICO ESERCIZIO

I protagonisti

pasteacideeda ricorrenza. Fuquesta“cotta”giovanile

che mi portò a scommettere sul futuro e fare la mia

piccola- grande rivoluzione. Riuscii a convincere anche

papà e inbreve i panettoni cominciammo a produrli da

noi, quadriplicando in poco tempo le vendite.

La vera intuizione fu scommettere sulla destagionaliz-

zazione di questi prodotti.

Come ci è riuscito?

Immagino che sia stato fondamentale lavorare sul sin-

cretismo culturale. Il puntodi partenza imprescindibile

sono state le tre grandi botteghe di paste lievitate:

quella lombarda, quella veneta e quella piemontese.

Su questa scuola ho “innestato” le specialità della mia

terra: dalle mandorle di Avola, ai pistacchi di Bronte,

dal cioccolato di Modica, alla Manna dei Nebrodi, un

giacimento di leccornie, rivisitato in chiave attuale. In

questo modo il panettone si è trasformato in uno scri-

gno di sapori mediterranei, “giusto” in ogni momento

dell’anno, non solo durante le feste.

Come è strutturato oggi il sistema Fiasconaro?

Il quartier generale rimane sempre a Castelbuono, in

piazzaMargherita, doveabbiamo il nostro laboratorio,

il bar Fiasconaro e il negozio. Ma la nostra ricchezza

risiede anche nel resto dell’isola: in 11 laboratori sparsi

L’AZIENDA FIASCONARO

Oggi l’azienda che impiega complessivamente 30 dipendenti

fissi e 65 stagionali, mantiene un’impronta familiare:

l’amministrazione è affidata al fratello Martino, Fausto cura i

negozi, Nicola si occupa della produzione pasticcera.

Nel 2016 il fatturato è stato di 14.245.844, il totale degli

acquisti di prodotti aziendali ed agroalimentari da imprese

locali nel 2016 si è attestato intorno a 2.238.909 euro, pari al

16% del fatturato, mentre il totale degli acquisti per servizi da

imprese locali in Sicilia ha toccato 1 milione e 580 mila euro,

corrispondenti all’11% del fatturato aziendale. Per esigenze di

spazio, tra il 2020 e il 2021 verranno attivati altri siti produttivi

e logistici, realizzati in una proprietà a Castelbuono. In termini

di welfare aziendale, la nuova struttura si ispirerà a modelli

mitteleuropei, mettendo a disposizioni dei lavoratori servizi di

vario tipo come mense e asili.

sul territorio, per l’esattezza, dedicati alla produzio-

ne di singole specialità: come le confetture a Enna, il

Fragolino a Sciacca, i torroncini nel catanese, il ciocco-

lato nella Contea di Modica, il miele d’ape nera sulle

Madonie, e così via. Oggi la nostra produzione gior-

naliera di panettoni è di 8.000 pezzi, realizzati grazie

all’impegno di 130 persone, ma – nonostante questi

numeri –rimaniamo pasticceri: legati all’artigianalità

della produzione. Ad essersi affinati, ovviamente, so-

no gli standard qualitativi, avallati e supervisionati da

Istituti Universitari, a garanzia e tutela di un patrimo-

nio culinario, sterminato, purtroppo spesso a rischio,

proprio a causa della sua ampiezza.

Durante la sua gavetta, ha avutomodo di sperimen-

tare lediverse tradizioni dolciari dell’isola. Quale ha

condizionato maggiormente il suo stile?

Ogni tradizione ha una sua peculiarità preziosa, tut-

tavia è la scuola messinese quella che mi ha forgiato

più profondamente, forse anche perché ho impara-

to a conoscerla da ragazzino (avevo circa 14 anni).