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Mixer

/ MAGGIO 2018

INEI – Istituto Nazionale Espresso Italiano

L’

Istituto Nazionale Espresso Italiano (Inei) ha deli-

berato la trasformazione da associazione in socie-

tà a responsabilità limitata benefit. Un passaggio

rilevante che avviene proprio nell’anniversario dei

vent’anni dalla fondazione, avvenuta nel 1998. Ne abbiamo

parlato con il presidente

Paolo Nadalet

.

Quali sono le ragioni di questo cambiamento?

L’Inei è nato nel 1998 come associazione, all’epoca era as-

solutamente la forma più consona per gli obiettivi e l’ope-

ratività dell’Istituto. Negli anni la missione di Inei è rimasta

la medesima ma il numero dei soci e delle attività è andato

aumentando, con uno scenario che è tra l’altro diventato

sempre più globale (basti pensare alla nostra gara Espresso

ItalianoChampionchecoinvolgenumerosi partner all’estero).

Come si è svolto il processo?

E’ stato un percorso che abbiamo affrontato con molta at-

tenzione, soprattutto nel scegliere la nuova veste operativa.

La fase esplorativa è iniziata a novembre 2016 e a questa è

seguita una serie di riunioni del consiglio di amministrazione,

di informative ai soci per tenerli al corrente dei passaggi sa-

lienti, di incontri con il team legale dello studio Nctm che ci

ha assistiti, in particolare con gli avv. Vittorio Noseda, Luigi

Ardizzone e Fabio Rebesco.

Su quali principi avete improntato questo lungo percorso?

Essenzialmentedesideravamounacontinuitànell’eticadell’at-

tività Inei. Cercavamo una forma societaria che evidenziasse

comunque lo scopo per il quale Inei ha operato negli ultimi

vent’anni: tutelareedivulgare laculturadell’espresso italiano.

L’abbiamo trovato nella società a responsabilità limitata be-

nefit, che imponeall’organoamministrativo il perseguimento

di un’utilità sociale (indicata tra l’altro in modo esplicito nello

statuto e che deve essere rendicontata alla fine di ogni eser-

cizio dell’attività).

Al di là dei vantaggi operativi, quali sono stati i vantaggi

per i soci Inei?

Le aziende associate a Inei sono diventate proprietarie dell’I-

stituto.Detengonooraunaquotadel capitalesociale, uncaso

più unico che raro nel settore del caffè. Un passaggio storico

perché pone le aziende all’interno di un contesto d’impresa,

con una mentalità che dovrà puntare a un approccio mana-

geriale sempre tenendo conto dell’utilità sociale di cui sopra.

In definitiva dove si orienta il nuovo Inei?

Non c’è come dicevo soluzione di continuità, Inei continua a

perseguire l’obiettivo per cui è nato nel 1998. In quegli anni

ruggenti in cui l’espresso saliva alla ribalta dei mercati inter-

nazionali ci fu molta lungimiranza da parte di alcune aziende

nel fondare un’associazione che non voleva solo proteggere

l’espresso italiano ma diffonderne la cultura. La mera tutela

sarebbe stata un’operazione di chiusura al mondo che si stava

globalizzando, la scelta è stata di puntare soprattutto sulla

divulgazione attraverso la formazione, condotta con il sup-

porto dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac), la

comunicazione e le attività come fiere e successivamente la

nostra gara Espresso Italiano Champion. Il nuovo Inei va nella

stessadirezione, semplicementeconunastrutturapiù

flessibileeadattaallacosiddettafluiditàdellaglobalità.

L’Istituto Nazionale Espresso Italiano

(www.espressoitaliano.org

),

di cui fanno parte torrefattori, costruttori

di macchine e macinadosatori e altri

sodalizi che volgono la loro attenzione

all’espresso di qualità, oggi conta 39

associati con un fatturato aggregato di

circa 700 milioni di euro.

PAOLO

NADALET

Inei si trasforma

L’ESPRESSO ITALIANO GUARDA AL FUTURO.

DAI VALORI DELL’ASSOCIAZIONE NASCE NUOVA SRL BENEFIT, UN PASSO

IMPORTANTE PER FAVORIRE ULTERIORMENTE LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA

E LA VALORIZZAZIONE DI QUESTO PRODOTTO AMATO IN TUTTO IL MONDO