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GIU. LUG. 2017

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pre più animata da “pesci poveri”

che vanno a comporre i menù che,

un tempo, erano dei marinai. E qui,

visto che ci si sposta dalle grandi città

verso le località balneari, la parola

spetta allo chef Antonio Scarantino,

giovane d’etàma di grande esperien-

za con un ulteriore vantaggio: aver

lavorato per diversi anni nelle cucine

delle capitali estere. Oggi svolge la

sua professione di chef a Fano, in

una delle zone di mare più gettonate

delle Marche e, nemmeno a dirlo,

il suo ristorante si chiama AlMare,

una bella struttura pocodistante dalle

spiagge della cittadina.

“Sull’Adriatico abbiamo una grande

affluenza di turisti, italiani e stranie-

ri. A dire il vero, soprattutto negli

ultimi anni, arrivano con le idee ben

chiare e vogliono provare i piatti

della tradizione. In primis proprio

i tipici brodetti – “Afferma lo chef

Scarantino – in questo siamo stati

agevolati dalla tecnologia, da inter-

net e dai social… nessuno ormai

fa un viaggio senza documentarsi

prima, magari cercando proprio cosa

mangiare e quali sono le ricette che

identificano una regione o una città”.

Così come per le città, anche le locali-

tà balneari confermano un’abitudine:

gli italiani hanno il piacere di provare

un menù più ricco di piatti, maga-

ri con diverse portate che possono

comprendere anche il bis dei primi e

dei secondi. Gli stranieri seguono più

una “regola”, ossia quella di declinare

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