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SETTEMBRE/OTTOBRE 2015

FREE FROM

Rovagnati

si distingue nel panorama delle proposte

esistenti per aver lavorato con un approccio al gluten

free globale e costante. Da tempo, infatti, ha provveduto

a eliminare il glutine anche in quei pochi prodotti (in

generale i salumi, come il prosciutto crudo, sono natural-

mente privi di glutine) in cui erano presenti, ad esempio

gli impastati. “Una scelta che rispecchia l’orientamento

dell’azienda al senza glutine non esclusivamente in ottica

salutistica, a sostegno di benefit funzionali, o ancora

come plus o elemento distintivo, ma che ha uno scopo,

più generale, di rassicurazione per i consumatori celiaci

rispetto alla possibilità di consumare i propri prodotti in

totale sicurezza”, spieganodalla direzionemarketing. Tra

i prodotti più noti in gamma zero glutine c’è dal 2008, la

linea Snello – Gusto e Benessere, con prosciutto cotto,

tacchino, pollo bresaola, carpaccio di manzo, arrosto,

ecc…e c’è anche Gran Biscotto, punta di diamante della

gamma dei prodotti a firma Rovagnati. Ma non sono

solo le grandi realtà industriali a potersi permettere di

convertire stabilimenti e linee di produzione in chiave

zero glutine: tante realtà regionali lavorano bene con le

insegne locali, e pur proponendo un posizionamento di

prezzo medio alto, guadagnano consensi costanti tra i

consumatori.

CinziaMari,

rappresentantedi S

alumificio

Zironi

, spiega: “Lavoriamo prevalentemente con la GDO

a livello regionale, con tutta la gamma di prodotti: salame

(casareccio, Migliarino, famiglia, gentile, passita dolce

e piccante), pancette, coppe, salama da sugo, ciccioli,

salsiccia e insaccati freschi: cotechino, salame da pentola

e bondiola”. Stessa scelta di conversione totale al gluten

free anche per il

Salumificio Bertoletti

di Graffignana

(Lo), che lavora solo con carni di origine italiana e proprio

grazie alla gamma zero glutine riesce a posizionarsi con

successo anche presso distributori stranieri.

Il prezzo: una scelta, forzatamente,

per pochi?

Ma quanto costa comprareunprodotto senza glutine? Chi

beneficia della scontistica prevista dal Servizio Sanitario

Nazionale, dove ha più convenienza a comprare? Come

per i prodotti biologici, senza lattosio, vegani, anche per

il gluten free si ripropone un’annosa questione: perché

una scelta alimentare diversa, obbligata o meno, deve

essere penalizzante in termini economici? Secondo i rap-

presentanti di BIF le farine hanno prezzi indicativamente

inferiori del 15% rispetto a quelli di mercato. E anche il

posizionamento di

Radeberger

, con la sua Birra Daura

senza glutine (33 cl a 1,95 euro, che diventano 2.10 euro

per la doppiomalto)mostra unposizionamentodi prezzo

competitivo. Minore il focus sul prezzo di Lo Conte: “La

politica del Gruppo è da sempre quella di offrire pro-

dotti di altissima qualità, senza fare del

prezzo il principale elemento competitivo.

La nostra linea Senza Glutine è premium

price”. Il prezzomedio alto, se giustificato

e ben comunicato, pare comunque essere

ben tolleratodai consumatori. CinziaMari

di Salumificio Zironi spiega: “I prezzi di

cessione al pubblico sono medio-alti, (un

salame casareccio ha un prezzo di vendita

al pubblicodi circa 15 euro al chilo), giusti-

ficati non solo dal plus di essere prodotti

senza glutine e lattosio, ma anche dalla

politica aziendale intrapresa, quindi l’u-

tilizzo di sole carni nazionali certificate,

budelli naturali, legatura manuale, nel

caso della Salama da sugo anche della

certificazione IGP, mentre per la salsiccia

l’assenza di acqua negli impasti, e cosa

più importante, la stagionatura naturale,

non provocata”.

Un interessante studio condotto dalla

Associazione Italiana Celiachia nel 2013

ha rivelato che ai celiaci non conviene

fare la spesa in farmacia: in 13 Regioni

italiane per l’acquisto di un paniere di 12

prodotti senza glutine scelti tra quelli più

venduti e abitualmente consumati da chi

è celiaco la differenza tra supermercati e

farmacia è di circa 20 euro. Uno scarto

abbastanza rilevante, visto che il paziente

celiaco in alcune regioni può acquistare

prodotti senza glutine solo in farmacia,

disponendo di un buono unico di importo

compreso tra 99 e 142 euro. I bonus in

denaro variano in base all’età e al sesso:

mediamente 140 euro per i maschi adulti

e 99 per le donne, ma non in tutte le

regioni possono essere spesi anche nei

supermercati. Il paniere completo costa 39

euro circa al supermercato, che lievitano

sino a 60 in farmacia.

S

UNO STUDIO DELL’ASSOCIAZIONE

ITALIANA CELIACHIA HA RIVELATO CHE

AI CELIACI NON CONVIENE FARE LA

SPESA IN FARMACIA: IN GDO SI

RISPARMIA FINO A 20 EURO