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mixer
maggio 2014
S
e ne parla come di un
fenomeno sempre più
culturale, come di un
prodotto ormai svin-
colato dall’etichetta di
“alimento” e promosso nella
sfera più edonistica della gra-
tificazione.
Eppure i consumi sono in calo.
Per il vino, infatti, i numeri non
sono generosi come un tempo.
Stando alle stime, infatti, i
consumatori regolari di vino*
dopo il picco del 60% tocca-
to nel 1982, hanno imboccato
una china discendente che ha
fatto registrare una quota del
40% nel 1988 e addirittura del
30%nel 1999.Né lasituazioneè
miglioratanegli anni successivi
se l’Istat segnala che dal 1998
al 2011 i consumi di vino sono
passati dal 56,9% al 53,3% e l’I-
smea sottolinea come nel 2012
si siano scesi sotto la soglia dei
40 litri annui pro capite.
Ma come arrestare questo
décalage, o magari, invertire
addirittura il trend? L’indagine
condotta daMarilena Colussi e
propostanel corsodel Vinitaly,
si ripropone di verificare se l’a-
dozione di formule alternative
di somministrazione, la scelta
di soluzioni più sostenibili o la
proposta di porzioni modulate
e personalizzate ad hoc pos-
sano scuotere e rinvigorire il
mercato.
Le risposte fornite da un cam-
pione di 813 italiani tra i 18 e
i 70 anni, sembra confermare
l’assunto della ricercatrice.
Ma vediamo più nel dettaglio
l’esito della ricerca, tracciando
prima, un profilo dei bevitori
di vino. Un regolare consumo
quotidianoèoggiappannaggio
di circa un 24% del campione
intervistato,mentrecirca il 26%
lo beve ogni 15 giorni o anche
più raramente. Tra quelli che
mangianofuorisoloil40%circa
pasteggia più o meno spesso
con il vino, mentre il 60% non
lo prende in considerazione.
Questo mood un po’ fiacco
sembra rivitalizzarsi, però,
quandosiprospettalapossibili-
tà di utilizzare formati più fles-
sibili.Circail19%delcampione,
infatti, ammette che a queste
condizioni sarebbe disposto
ad aumentare la frequenza di
consumo.
Se poi “spacchiamo” questo
19%, vedremo che sono per lo
più i giovani (28%) quelli di-
sponibili a cambiare modalità
di fruizione.
Meglio ancora vanno le co-
se quando si allettano gli in-
tervistati con due key word:
tecnologia e innovazione. Al-
la proposta di utilizzare una
macchinaadelevatocontenuto
tecnologico, infatti, èaddirittu-
ra il 44% a dirsene entusiasta e
convintodel successo. Sepoi al
campione si propone del vino
diqualitàadunprezzoinferiore
aquellodellabottiglia èpiùdel
31%(dicuiigiovanisonoil38%)
ad ammette di essere disposto
ad aumentare la frequenza di
consumo. Chiarosegnale, que-
sto,chelavoraresuquantitativi,
porzioni e monoporzioni può
ragionevolmente costituire un
grosso incentivo. Tanto è ve-
ro che alla domanda esplicita:
«Avendo a disposizione nuovi
formati (monodose ed eroga-
tori per lo sfuso) Lei sarebbe
motivato a consumare più fre-
quentemente vino rispetto alle
sue attuali abitudini?» quasi il
27% si dice d’accordo.
E lapossibilitàdi beneficiaredi
formati diversi e più flessibili
Vino
PUBBLICO ESERCIZIO
Voglia di novità
Lavorare su
quantitativi, porzioni
e monoporzioni
può costituire un
incentivo
24%
consuma regolarmente
vino ogni giorno
26%
lo beve ogni 15 giorni o anche
più raramente
40 %
tra quelli che mangiano fuori pasteggia più
o meno spesso con il vino
60 %
tra quelli che mangiano fuori non prende in
considerazione il vino come bevanda ai pasti
FORMULE
ALTERNATIVE DI
SOMMINISTRAZIONE
E PORZIONI
PERSONALIZZATE,
ALCUNE PROPOSTE
PER INVERTIRE IL
TREND NEGATIVO
DI CARMELA IGNACCOLO
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