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PUBBLICO ESERCIZIO
Vino
A partire da questo si può
riflettere sulle strategie mi-
gliori per intercettare i diver-
si tipi di consumatore: con
che tono di voce rivolgersi
a loro, su quali argomenti
puntare, attraverso quali ca-
nali... insomma come creare
un racconto di marca credi-
bile», spiega Diletta Sereni,
la ricercatrice che ha con-
dotto l’analisi.
«Ne è nato uno scenario de-
gli atteggiamenti di consu-
mo, organizzato in base alla
struttura logica del quadra-
to semiotico ibridato con gli
assi di posizionamento del
marketing», spiega la ricer-
catrice. Gli assi sono quindi
individuati in funzione di
che cosa si dice sul vino e del
tono di voce. Sull’ordinata
si va dal sacro al profano,
a seconda che se ne parli
come di un’arte, qualcosa
di prezioso e da tutelare,
con un atteggiamento esper-
to o militante, oppure, in
maniera scanzonata e con-
creta come strumento per
accompagnare il cibo o una
bella serata. Sull’ascissa in-
vece ci si muove dalla natu-
ra alla cultura, se del vino
si evidenzia la dimensione
naturale, come la terra o
il vitigno oppure se si evi-
denzia il lavoro in cantina
e l’intervento dell’enologo.
Dall’incrocio dei due assi
emergono i quattro tipi di
consumatori.
-
Radical:
sono consumato-
ri informati sul processo di
produzione e polemici nei
confronti degli additivi. Pro-
muovono un ritorno a pras-
si di produzione genuine e
preferiscono i vini naturali.
-
Enosnob:
sono esperti
assaggiatori, sommelier o
aspiranti tali. Conservatori,
attenti alle etichette e alle
norme di gusto. Polemici
verso “la moda” del naturale.
-
Socialite:
il vino è un’oc-
casione di socialità. Prefe-
riscono vini facili (di gusto)
e accessibili (di prezzo) e
quando l’occasione lo richie-
de si fanno anche guidare da
etichette o vitigni rinomati.
-
Pane al pane:
per loro il
vino è un alimento di base
e non un gioiello. Sono di-
sinteressati alle classifiche e
scelgono vini semplici, “da
osteria”. Diffidenti verso le
pose “enofighette”.
M
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Mixer
MAGGIO 2014
Formazione
ALVIA ILWINE BUSINESS
EXECUTIVE PROGRAM
Dalla Executive Roundtable “Wine Business
Strategies 2014-2015” organizzata da Business
International - divisione di Fiera Milano Media - in
collaborazione con il Consorzio Franciacorta e con
il patrocinio della Regione Lombardia è emerso un
appello unanime alle istituzioni affinché i risultati
positivi ottenuti dall’export nel 2013 vengano
sostenuti con politiche di promozione che li
rafforzino, favorendone ulteriormente la crescita,
ma anche la visione sulla necessità di fare sistema
e superare le logiche della frammentazione del
settore vitivinicolo per affrontare la competizione
internazionale.
«Internazionalizzazione, e-commerce,
miglioramenti dei processi con riduzione dei
costi ed efficientamento delle strutture operative
sono i temi critici da affrontare per il comparto»
afferma l’amministratore delegato di Giordano Vini
Simon Pietro Felice. A cui occorre aggiungere la
mancanza di una conoscenza adeguata dei mercati
internazionali.
A questi bisogni risponde Wine Business Executive
Program, percorso di alta formazione manageriale
per gli executive del settore vitivinicolo, che inizia il
13 maggio a Milano e che ha ricevuto il patrocinato
di Unione Italiana Vini, Assoenologi, Confagricoltura,
ISMEA e Federbio.
Tutte le informazioni su
Un modo per
orientarsi nel
mercato del vino
e capire il proprio
posizionamento
rispetto ai diversi
target
Foto Ennevi Veronafiere
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