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ne la nuova anima dell’ho-
reca.
Una inesorabile invasionepa-
cifica, che nasconde dentro
di sé diversemotivazioni, che
vannodalle continuedifficol-
tà del mercato al rifiuto, da
parte di molti, di un percor-
so professionale faticoso e
chenonpermettedi godere
interamente di festività e
orari “normali” passan-
do, piaccia o meno, per la
crescente avversione, tutta
italica, verso lavori consi-
derati, a torto, umili. Però
quella degli immigrati che
lavorano nel settore della
ristorazione nel nostropae-
se rappresenta unamoneta
con due facce: da un lato lo
straniero che apreun locale
in Italia, dall’altra chi agli
immigrati un lavoro lo dà:
in sintesi, imprenditore e
dipendente.
1000 modi di dire pizza
«La Lombardia – dice Anto-
nio Giordano della Pizzeria
Grotta Azzurra di Brescia – è
una delle regioni italiane a
forte immigrazione.
Personalmente non ho mai
avuto problemi con il mio
personale extracomunitario:
sono seri, gran lavoratori, ri-
gorosi, apprendono con fa-
cilità e hanno una notevole
bravura come pizzaioli.
Sono un’enorme risorsa per
il mio lavoro e ne guadagnia-
mo tutti: per loro un impie-
go regolare, il permesso di
soggiorno e un veloce inse-
rimento nel tessuto sociale
del nostro paese, per noi
imprenditori sgravi fiscali e
personale affidabile ed effi-
ciente…».
Il parere è largamente con-
diviso da Ivan Rea del Rose’s
Café di Frosinone che però
si spinge oltre: «in gran parte
dei casi i lavoratori stranie-
ri parlano con proprietà le
principali lingue estere, che
ben pochi di noi conoscono
bene.
È un motivo in più per affi-
darsi alla loro professiona-
lità, visto che molti clienti
sono turisti che provengono
da fuori Italia».
Va anche considerato che un
cameriere o pizzaiolo stra-
niero può rappresentare un
formidabile bigliettoda visita
per i clienti: il vantaggio, in
termini di immagine positiva
da contrapporsi al crescente
e dilagante ritorno del raz-
zismo è evidente e, si sa, in
questo mestiere anche l’oc-
chio vuole la sua parte…
Fin qui i pareri di imprendi-
tori italiani del settore della
ristorazione che hanno scelto
di avvalersi, come collabora-
tori, di personale straniero.
C’è però, lo si accennava più
sopra, l’altra faccia della me-
daglia, costituita da extraco-
munitari chenel nostropaese
hanno fatto fortuna aprendo
e gestendo in prima persona
pizzerie e ristoranti.
«Seri, gran
lavoratori, rigorosi,
apprendono con
facilità e hanno
una notevole
bravura come
pizzaioli»
Non solo italiani
ristorazione
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