che all’occorrenza possono
essere uniti o suddivisi per
ospitare eventi di svariato
genere. L’enorme spazio dal
look industriale permette ai
visitatori di assaggiare, oltre
al buon cibo, le enormi pos-
sibilità che le vecchie struttu-
re offrono quando vengono
utilizzate per il sempre più
eclettico settore della ristora-
zione. I tavoli disposti su uno
spazio di 600 metri quadri
possono accogliere clienti
sette giorni su sette, offrendo
un’esperienza culinaria uni-
ca all’interno di un ambien-
te dal fascino industriale ed
essenziale. Con un terrazzo
esterno di 500 metri quadri
poi il MaMa Kelly offre la
possibilità di affittare gli
spazi per diversi scopi: cene,
aperitivi di lavoro, pranzi ma
anche cerimonie, vi si pos-
sono organizzare sfilate di
moda, fotoshooting o show-
roomper la presentazione di
nuovi prodotti.
idee
stravaganti
Il primo novembre presso il
Rijksmuseum
di Amsterdam
ha aperto
Rijks
, un nuovo
ristorante ubicato nell’
Ala
Philips
, che ospita le espo-
sizioni temporanee appena
rinnovata. Con 140 posti,
un’area separata per 36 per-
sone e una terrazza che può
ospitare 130 clienti, il Rijks è
ristorante aperto per pranzi
e cene sette giorni su sette,
dalle 11,30 alle 23. “Nel me-
nu figurano piatti preparati
principalmente con prodot-
ti provenienti dall’Olanda”,
avvertono appena si giunge
all’ingresso. I prodotti olan-
desi sono essenziali qui. Co-
me nell’arte, l’executive chef
Joris Bijdendijk
(che ha la-
vorato per Ron Blaauw, Le
Jardin des Sens e Bridges) e
gli chef
Wim de Beer
(Bole-
nius, Parkheuvel e La Rive)
e
Jos Timmer
(Merkelbach,
Vermeer e Ron Gastrobar) si
lasciano ispirare dalla ric-
chezza di sapori esotici che
hanno influenzato la cucina
olandese nel corso dei secoli.
Per questo ogni stagione il
locale inviterà uno chef in-
ternazionale come curatore
ospite. Da gennaio poi la chef
sudafricana
Margot Janse
ha
portato il suo tocco nel menù
e creerà nuovi piatti con i
Aprile 2015
mixer
67
l’Euromast Brasserie di Rotterdam,
in basso gli chef del Restaurant
Rijks di Amsterdam: Jos Timmer,
Joris Bijdendijk e Wim de Beer
foto di Erik Smits