decreto ministeriale del 5 aprile 2002. Gli addetti ai
lavori di tutta Italia erano ben consapevoli delle enormi
potenzialità del vino primitivo, ma se ne guardavano
bene dal farlo sapere in giro. Sono loro i primi, oggi, a
rimanere sconcertati dal successo riscosso inpochissimo
tempo grazie alla presa di coscienza dei produttori che
riducendo i quantitativi di uva per ettaro, vinificando
con l’uso delle più avanzate tecnologie ed impadro-
nendosi delle più opportune strategie di marketing,
presentano, oramai in tutto il mondo, un vino elegante
ed appagante.
Quanti sono oggi i soci?
880 viticoltori e 27 tra imbottigliatori e vinificatori.
Il Consorzio in questi ultimi anni ha avuto un ruolo
fondamentale a partire dalla modifica del disciplinare
avvenuta nel 2011 sotto la mia presidenza, modifica
che ha reso la doc più competitiva e ha permesso
alle aziende di poter diversificare e qualificare anche
la produzione tramite la ‘Riserva’ che prima non era
contemplata nel vecchio disciplinare.
Cosa fa del Primitivo una eccellenza del nostroMade
in Italy?
Sicuramente l’alto tenore qualitativo che le nostre azien-
de oggi offrono sul mercato, la limitata produzione che
non ne fa un prodotto di massa e il terroir che trasmette
tutti i sapori e i profumi di una terra favolosa.
M
ALBERELLO PRIMITIVO