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LUGLIO/AGOSTO 2016

Mixer

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al 2011 (dati Agenzia Nazionale del Turismo). Inoltre,

un sondaggio del 2013 ha rivelato che l’Italia si posi-

ziona in sesta posizione tra le mete preferite dai ricchi

cinesi: non male, considerando che l’anno precedente

non eravamo nemmeno tra i primi dieci. Le previsioni,

in teoria, stanno dalla nostra parte: in Oriente c’è voglia

di Italia. Per non deludere le aspettative scritte sulla carta

– a maggior ragione nel dopo-Expo – bisogna iniziare

a muoversi ora. Magari iniziando ad arruolare per una

traduzione del menu o una stagione da camerieri qual-

cuno dei tanti giovani laureati che (oltre a sapere bene

l’inglese) si sono specializzati in arabo, russo o cinese. Il

made in Italy è stupendo, se comunicato adeguatamente.

P

COME PINTEREST

Molti non hanno mai sentito la parola “Pinterest”, altri

sanno vagamente che è l’ennesimo social network,

e più o meno tutti saranno d’accordo sul fatto che

difficilmente cambierà il futuro del bar e della risto-

razione. Vero. Ma visto che centinaia di migliaia di

locali ogni giorno si affannano a promuovere eventi e

a guadagnare visibilità su Facebook e Twitter,

è giusto capire se i loro sforzi stanno an-

dando nella direzione giusta, o se c’è

qualche altro percorso meno battuto

e potenzialmente interessante.

Pinterest nel mondo conta oltre 240

milioni di utenti iscritti, contro il

miliardo e passa di Facebook e i

500 milioni circa di Twitter (di cui

menodellametà sono effettivamente

attivi). Molto amato dal gentil sesso

– tanto da essere soprannominato “il Facebook delle

donne” – Pinterest sta registrando un vero e proprio

boom. Si tratta in sostanza di una raccolta di bacheche

digitali dove è possibile “appendere” (“pin”) i propri

interessi (“interest”), sotto forma di fotografie, video

o immagini. Il carattere fortemente visuale di questo