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Mixer
/ NOVEMBRE 2016
DOSSIER
Grappa
Può raccontarci il trend dei
consumi?
Stiamo assistendo a uno spo-
stamento verso il segmento
premium, rappresentato da
prodotti barricati e invecchiati,
corposi emorbidi, richiesti come
grappedameditazione. Inoltre il
fattocheora,per legge,possano
definirsi barricati solo i prodotti
che hanno trascorso in barrique
almeno metà del tempo di in-
vecchiamento, hanotevolmente
alzato gli standard. E i consumi
sono stati premiati da una cre-
scita di circa +20% nell’ultimo
quinquennio.
L’Italia è il Paese con il più bas-
so consumo di alcol tra i Paesi
industrializzati. Perché?
In parte per l’incidenza delle ac-
cise – aumentate del 30% tra il
2013 ed il 2015 – in parte per gli aspetti salutistici e
l’allarme dei media sul consumo degli
spirits,
errone-
amente collegati al “Binge drinking” e alle morti del
sabato sera. Nonostante questo, l’horeca continua
a giocare un ruolo importante, anche se i consumi
domestici stanno crescendo significativamente. Ad
alimentarli non è tanto la Gdo, che ha assortimenti
molto limitati, quanto gli specializzati come le pastic-
cerie e le enoteche.
La grappa è un prodotto di nicchia, come comuni-
carla ai target più giovani?
Il fattoche lagrappanonpossaavvalersi di unaprodu-
zione infinita di materia prima (le vinacce) ma dipenda
da quella dell’uva, ne fa un prodotto a quantità limi-
tata. Ecco: io giocherei molto su questa peculiarità,
promuovendola come una limited edition del saper
fare italiano, di un’eccellenza tutta tricolore.
Quanto alla possibilità di renderla più appealing per i
giovani, vedo nellamixability una buona opportunità,
specialmenteconlegrappebianche.Ovviamentel’ide-
alesarebbecheunbartender studiasseepromuovesse
dei cocktail a base di grappa, contribuendo, così, a
rafforzarne la brand awareness.
Educare le nuove generazioni
alla grappa non è impossibile
e la via potrebbe passare dai
social, da Twitter, per l’esattezza.
A dirlo è
Paolo Errico –
Amministratore Delegato
di SocialMeter
. Una recente
indagine svolta dal gruppo,
appunto, rivela come la grappa
goda di una certa rilevanza sul
social dei cinguettii.
Le rilevazioni, effettuate dal 28
luglio al 28 ottobre 2015, hanno
registrato, infatti, 6.435 tweet
e 2.208 immagini condivise a
opera di 3.581 utenti. L’hashtag
#grappa è stato il più usato
con circa il 74% del totale (gli
altri monitorati erano #liquore,
#liquori, #distillato, #distillati,
#superalcolici) e ha raggiunto
un picco di impiego nella serata
del 27 agosto.
Peccato, chiosa Errico, che
siano ancora poche le aziende
su Twitter, eppure potrebbe
essere la strategia più
appropriata per conquistare i
mercati esteri, quelli a stelle e
strisce, specialmente, che su
questo social vanno alla grande.