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Mixer
/ GIUGNO 2017
C’era una volta
il
VOUCHER
F
inoaqualchemesefaunospettrosi aggiravasull’Italia:
il voucher. Poi questo “mostro” è stato abbattuto,
con esultanza da parte di alcuni che avevano visto in
esso la fine del lavoro, mettendo nella disperazione
migliaia di imprese e di lavoratori.
I toni dell’ironia, del sarcasmo che hanno contrassegnato
questa vicenda servono a poco. Anche perché si sa che è
facile che i toni della commedia possano scadere nel grot-
tesco. Ed in ogni caso non aiutano a risolvere problemi. Ed
infatti, solo poche ore che il mostro era stato ucciso, tutti
a dire che forse (chissa!) si poteva fare diversamente, che “si
è buttato a mare il bambino con l’acqua sporca”.
È chiaro ormai per tutti che il tema del lavoro occasionale,
realizzato nel nostro Paese attraverso l’utilizzo dei voucher
è stato immolato sull’altare di ragioni politiche “ superiori”,
disinnescando la contesa del consenso che si sarebbe veri-
ficato poi alle urne.
La vicenda è nota a tutti. L’abolizione della disciplina del lavo-
ro accessorio ha preso le mosse dal referendum abrogativo
promosso dalla CGIL, volto a contrastare gli abusi e l’utilizzo
distorto di uno strumento nato per consentire di svolgere in
modosemplice,concostiamministrativiridottieconcopertura
contributiva, piccoli lavori saltuari che altrimenti sarebbero
rimasti nell’economia sommersa.
Ma una cosa è certa. Non c’è più lo strumento ma l’esigenza
rimane. E ciò, a maggior ragione per settori come quello del
turismo e dei pubblici esercizi più in particolare. Le imprese
necessitano di flessibilità per rispondere ad esigenze legate
al fabbisognodi manodopera, limitato apocheore, originato
da intensificazioni temporaneedell’attivitàdovutea flussi non
ordinari o non programmabili di clientela oppure legate alle
sostituzioni di lavoratori assenti.
La possibilità di far ricorso, da parte di aziende di qualsiasi
dimensione, e per qualsiasi attività, alla semplicità di attiva-
zione della tipologia contrattuale, alla semplificazione buro-
cratica edal vantaggiodi un regime contributivo/assicurativo
agevolato ha rappresentato un forte incentivo al ricorso al
lavoro accessorio. A ciò si aggiunga, infine, una sostanziale
flessibilità di orario e di pagamento della prestazione.
Il lavoro occasionale ha dato risposte a numerose esigen-
ze: portando regolarità nel lavoro, permettendo ai giovani
inoccupati di realizzare prime esperienze di lavoro, offrendo
un complemento di reddito ai lavoratori che percepiscono
un sostegno dallo Stato e alle famiglie attraverso l’impegno
della mano d’opera femminile in modalità compatibili con
l’attuale organizzazione familiare, assicurando all’impresa
quella flessibilità che è necessaria nelle attività a intensità
discontinua e in presenza di saltuari segnali di crescita.
PUBBLICO ESERCIZIO Lavoro
L’OPINIONE DI FIPE
SULLO STRUMENTO
UTILIZZATO
FINO A POCO
TEMPO FA
PER IL LAVORO
OCCASIONALE
di Silvio Moretti