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Mixer

/ MARZO 2018

IN PRIMO PIANO

Sapori d’oriente

N

ota scientificamente come

wasabia japonica

, è

una pianta ampiamente coltivata in Giappone,

soprattutto nella provincia montuosa di Nagano.

Nell’ultimodecennio, complice il grande successo

sulle tavole dei ristoranti giapponesi in giro per il mondo, le

colture si sono diffuse anche in Nuova Zelanda, Australia,

Vietnam, in Cina nella regione dello Yunnan e a Taiwan.

Lasua radice, ilwasabi, vivenell’acquacorrenteepuòcrescere

solo a determinate condizioni di purezza. Ovviamente, più

l’acqua è pura, migliore sarà il wasabi raccolto. Nonostante

l’intera pianta sia commestibile, la parte che si è guadagnata

notorietà su scala globale è proprio la radice fresca, che, con

il suocaratteristicocoloreverde, dovrebbeessereusatacome

condimentoper sashimi ealtrepreparazioni affini, grattugiata

partendo dalla parte più vicina alle foglie.

L’ORIGINALE E… LE COPIE

Il problema è che la freschezza e il gusto non si mantengono

per molto tempo: le radici si conservano al massimo unmese

e il prodotto grattugiato si ossida nel giro di pochi minuti.

Per questomotivo è difficile trovare la pasta wasabi originale

al di fuori dei ristoranti tradizionali giapponesi. Chi non ha

a disposizione l’ingrediente originale per preparare la pasta

wasabi, utilizza generalmente il rafano europeo addizionato

con senape ed altri ingredienti. Il wasabi fresco è piutto-

sto diverso da quello che siamo soliti trovare nei tubetti: è

piccante, ma non invasivo, con un sapore inaspettatamente

delicato. Anche il colore è differente. Quello fresco ha una

tonalità di verde molto tenue rispetto al verde accesso di

quello commercializzato all’estero.

Il wasabi fresco viene grattugiato utilizzando un particolare

attrezzochiamato

Oroshigane

. Si trattadi unaspeciedi raspa

con le punte acuminate ma appena in rilievo, che riducono la

radice nella tipica poltiglia che può essere poi consumata in

vari modi. Le grattugie tradizionali, diversamente da quelle

in metallo, sono fatte in legno e ricoperte da un quadrato di

pelle di razza, la cui ruvidezza produce una finezza ulteriore.

Proprio per la sua abrasività, la pelle di razza veniva utilizzata

in passato per rivestire i manici della katana, assicurando al

samurai che la impugnava una presa formidabile.

LE PROPRIETÀ

Ilwasabi autenticoandrebbeservitocon lestessemodalitàcon

cui noi utilizziamo il tartufo, ovvero grattugiato sulle pietanze

non più di 15 minuti prima del pasto così da preservare le

sue numerose proprietà organolettiche. La pianta facilita la

digestione ed è un ottimo antibatterico, utile anche a scon-

figgere eventuali intossicazioni. Se assunto costantemente,

sembra avere le stesse capacità antinfiammatorie del para-

cetamolo. E’ ricchissimo di vitamina C e di antiossidanti che

contrastano l’effetto dei radicali liberi. L’elevato contenuto

di acqua e di minerali, infine, conferisce importanti funzioni

depurativeper l’organismo, contribuendo all’espulsio-

ne delle tossine e alla conseguente pulizia del fegato.

Wasabi, il verde tartufo dell’est

Andrea Calvo

, 36 anni, è tecnico

ed educatore alimentare. Laureato

in Scienze Gastronomiche presso

l’Università degli Studi di Pollenzo

(classe Scienze e Tecnologie Alimentari),

ha fatto della sua più grande passione

una scelta di vita: l’oriente. Ha lavorato

nel settore della ristorazione in Cina

dal 2005 al 2008 e dal 2011 si occupa

in Italia di importazione di prodotti

alimentari asiatici (di provenienza per

l’80% giapponese e per il 20% cinese), di

cui è profondo conoscitore sia sul piano

del gusto sia sul piano nutrizionale.

RADICE PICCANTE E DELICATA DA GRATTUGIARE AL MOMENTO

PER PRESERVARNE LE PROPRIETÀ ORGANOLETTICHE, HA UNA FORTE AZIONE

ANTIBATTERICA ED È RICCA DI VITAMINA C

di Andrea Calvo

WASABI FRESCO

GRATTUGIATO

CON

OROSHIGANE