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OTT. NOV. 2014

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clienti di religione musulmana. Una

categoria in crescita per la presen-

za di immigranti ma anche famiglie

in cui uno dei due coniugi segue i

precetti della religione musulmana»

dice Bocchi.

TRADIZIONI INTRAMONTABILI.

Sul fronte della tradizione, oltre alla

Sardegna e al Lazio viene subito in

mente l’Abruzzo. «Qui c’è una cultu-

ra diffusa dell’agnello buono, che si

cucina per lo più alla brace, in nume-

rosi ristoranti specie nell’entroterra.

Il consumo è quindi distribuito tutto

l’anno, anche se ci sono i picchi a

Pasqua e, da qualche anno, anche

a Natale. Una volta andava più l’a-

gnello intero, oggi si preferiscono

tagli più piccoli e facili da cucinare»,

spiega Antonio Di Lorito, titolare di

Mister Chef.

Reggerà insomma il consumo di

agnello alla prova del tempo? Il fe-

nomeno delle griglierie potrebbe

favorirne l’uso, anche se in genere

questi locali preferiscono tagli con

rese maggiori e meno cari.

Per ora insomma il suo consumo resta

di nicchia o locale, anche se i risultati,

come ben sanno gli chef con clienti

dal portafogliopieno, possono essere

davvero eccellenti, e apprezzati dalla

clientela nonostante, o proprio per

quel suo gusto così particolare.

L’ESPERTO

Alla ricerca

dell’arrosticino perfetto

«D

a noi l’arrosticino è come la pizza in altre parti d’Italia:

quando si ha voglia di uscire la sera, si cerca un locale

che li proponga, e ce ne sono migliaia. Ma pochi li fanno

davvero buoni» esordisce Gianni Fortuna, titolare del Pub ristorante Alle

Botti di Pescara. Che sulla cottura e la scelta delle carni ha fatto ricerche

lunghe e approfondite.

«Per gli arrosticini si usa la pecora, che è francese e deve avere un’alta

quantitàdi grassi. Sono infatti i piccoli filamenti nellapolpa che conferiscono

morbidezza e dolcezza al prodotto finale. La tengo almeno 10 giorni per

la frollatura, in frigorifero non ventilato perché la carne seccherebbe. Da

una pecora da 50 chili ottengo la stessa quantità di arrosticini che da

una da 30, ma di ben altra qualità. Certo lo scarto è maggiore».

Che resa ha una pecora? «Per gli arrosticini usiamo solo le parti nobili

della pecore, la cosiddetta “pistola”, circa il 25% dell’animale. È tenera e

possiamo cuocerla poco in modo che dentro rimanga ancora un po’ rosa.

Il 50% è scarto. Ne utilizzo anche una parte per fare un piatto antichissimo

della tradizione abruzzese, la pecora alla callara. È una sorta di gulash

bianco in brodo risultato di 10 ore di bollitura di animali vecchi e coriacei.

Io l’ho modernizzato con una cottura più lenta e ripassandolo in padella

con pomodoro, erbe e cipolla. E i clienti apprezzano».

IN DISPENSA

Mister Chef S.r.l.

Sede legale

Via Danubio, Capannone A

65013 Montesilvano PE

Tel. 0854 / 681829

Aree servite:

Abruzzo e

parte delle Marche

Dipendenti

: 25 (agenti

compresi)

Fatturato

8,5 milioni di euro

Antonio

Di Lorito

L’età conta

(anche nel

prezzo)

AGNELLINO DA LATTE

Macellato intorno alle sei

settimane di vita, quando non

ha ancora ricevuto altro tipo

di alimentazione che il latte

materno. È una carne dal

gusto delicato, di color rosa

chiarissimo.

AGNELLO

Ovino macellato entro l’anno

di età

CASTRATO

Ovino tra sei mesi e due anni

sul quale si interviene in tenera

età per ottenere una carne

morbida e saporita.

PECORA O MONTONE.

Femmine o maschi adulti (sopra

un anno), generalmente di

provenienza straniera.

RISTOGAMMA

Via Contea, 15/A

Rubiera (Re)

Tel.

0522 / 626464

Sig. Antonio Bocchi

Area servita:

Modena, Reggio Emilia,

Mantova e Bologna

Dipendenti:

25 dipendenti e 11 agenti

Fatturato

oltre 10 milioni

di euro

Antonio Bocchi