21
SETTEMBRE/OTTOBRE 2015
4 mld
IL FATTURATO DELLA
CATENA
Fenomeno rarissimo tra gli imprenditori
volitivi del commercio, Dimatteo sapeva
accettare il contradditorio con il suo dina-
mico collaboratore. Dominick’s in quegli
anni formativi era infatti un’azienda ricca
di idee e di coraggio innovativo che si
esprimeva nel concetto anticipatore dei
“Fresh Store”. Sfortunatamente, però, l’ac-
quisizione della catena da parte della
californiana Safeway, nel 1998, si rivelò
una delle più sfortunate operazioni fi-
nanziarie emanageriali in questo settore.
Bob Mariano e il gruppo dirigente, pur
all’apice della loro carriera, lasciarono
l’azienda in cui erano cresciuti con l’im-
pegnodi inventarsi una nuova prospettiva
…e che prospettiva si sarebbe rivelata!
Nel 2002 Bob e i suoi uomini di fiducia arrivarono in
Roundy’s. A questa catena leader nel Wisconsin venne
infusa nuova vitalità. Divenuto chairman di quest’azien-
da con base a Milwaukee, Mariano, oltre ad erodere
quote di mercato alla concorrenza, ebbe anche la sod-
disfazione di comprare progressivamente gran parte
degli store di Dominick’s gestiti (male) da Safeway ed
entrati in una crisi profonda. Il 2010 fu l’anno decisi-
vo. Dalle ceneri di Dominick’s avviata alla definitiva
sparizione nel 2013, sarebbe nata ad Arlington Heights,
come un’araba fenice, la nuova catena Mariano’s Fresh
Market, appunto.
Ma cosa caratterizza ad oggi i 32 Mariano’s che mo-
vimentano la scena di Chicago? In primis, l’ ambiente
commerciale di vicinato, con la sua sovrabbondanza di
servizi. In secundis, l’enfasi sulla freschezza e l’Italianità
(si pensi ad esempio al bar dove vengono serviti anche
autentici gelati della nostra tradizione a marchio Vero).
In tertiis, la logica del long-tailed assortment, ovvero la
sorprendente profondità di ogni categoria. Splendide
enoteche e (più recenti) olive bar con 500 referenze tra oli
e aceti e poi magnifici tea corner e l’angolo delle spezie
sono gli esempi convincenti di un approccio upscale, ma
comunque democratico. In quartis, Mariano’s si inseri-
sce pienamente, con le ultime aperture, nella tendenza
tumultuosa dei grocerant americani ovvero il risultato
di un’audace fusione tra supermarket e ristoranti. In
questo senso gli ultimi store sarebbero unmust per tutti
i retailer Italiani che, nonostante il clamoroso exploit
di Oscar Farinetti, imprenditore dedito ai beni durevoli
e convertitosi all’alimentare con Eataly, non riescono a
concepire una simile strategia migratoria.
37°
POSTO NELLA
CLASSIFICA DEL RETAIL
USA
Splendide enoteche, olive
bar
e magnifici tea corner
sono gli esempi di un
approccio upscale
32
I NEGOZI MARIANO’S
DI CHICAGO