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L’autore è Consigliere
dell’Istituto Internazionale
Assaggiatori Caffè e
Amministratore del Centro
Studi Assaggiatori
è
interessante notare come in periodi
non facili in Italia vi siano manifesti
casi di autolesionismo. Posto che i
mercati all’estero cercano e apprez-
zano l’espresso italiano, soprattutto
per un’affezione verso tutto quello che è più
in generale il Made in Italy, non si capisce
proprio perché dovremmo perdere la faccia
nei loro confronti.
Il fattaccio avviene inprovincia di Milano. Un
gruppo di studenti giapponesi è in visita a
un’azienda del comparto caffè dell’area. Uno
dilorodomandaallaguida,espressionedell’a-
ziendastessa,dovepotere
bere un buon espresso a
Milano. La risposta è la-
pidaria: in nessun bar.
Grande il disappunto del
gruppo.
Questo è davvero auto-
lesionismo. Il signore in
questione ha fatto una
gran magra figura di
fronte agli studenti giap-
ponesi. Infatti l’amoreper
il proprio paese è ancora un valore nelle
culture asiatichepercui chi sputa sullamadre
patria è considerato quantomeno strano. Ma
ciò che fa riflettere sull’atteggiamento della
guidaèquantomaleha interpretato il proprio
ruolo di Cicerone. Ha indubbiamente dimo-
strato un deprecabile snobismo. Forse che
volesse accrescere la propria autorevolezza
dando una dimostrazione di fiero disprezzo?
Macchè, qui al massimo c’è stata una palese
dimostrazione di incompetenza sensoriale.
Milano è una piazza difficile, ce lo diciamo
spesso tra operatori, ma vi sono locali che
lavorano in qualità. E che tengono viva in
noi tutti la speranza che l’espresso a Milano
possa avere un futuro più roseo della com-
plessa realtà che si trova ad affrontare oggi.
Un problema di competenza sensoriale, di-
cevo. Eppure questa dovrebbe essere una
freccia all’arco di tutte le guide italiane. Lo
dovrebbeesseredi ogni tipodi guida, persino
di quelle che accompagnano i visitatori alla
scopertadell’arte insensostretto. Eamaggior
ragione di chi dovrebbe accogliere i visitatori
stranieri in quel grande e bellissimo parco
giochi cheè l’agroalimentare italiano.Un fan-
tastico luna park sensoriale in cui il caffè è
tra le attrazioni principali. C’è, per inciso, un
bel progetto in Italia che ha già formato 300
operatori: i Narratori del Gusto. Credo che il
dareuna formazionesensorialeagli operatori
del turismo sia un passo obbligato.
Ma forse non era incompetenza sensoriale:
che si trattasse di cieca arroganza? “Perchè io
so’ io e voi non siete un cazzo”, così ricordava
il Marchese del Grillo, alias Alberto Sordi, ai
suoi interlocutori.Ma sequestaarroganzanel
contesto della celebre pellicola assumeva un
tratto quasi gioviale, lo stesso atteggiamento
indistinto di un italiano nei confronti di altri
connazionali si può davvero classificare so-
lamente come masochismo. Abbiamo però
la fortuna che il sistema può correggere gli
errori dei singoli: i giapponesi in questione
hanno poi in verità fatto un tour in Italia che
li ha soddisfatti appieno e la nostra cultura
enogastronomica ne è uscita alla grande.
Quindi un suggerimento alla guida: la pros-
sima volta che vuole farsi del male metta
la mano direttamente su un gruppo roven-
te della macchina e in modo fantozziano
trattenga l’urlo di dolore. Lascerà comun-
que stupiti i suoi interlocutori, senza biso-
gno di aggiungere parole forse dannose.
M
Chi fosse interessato a contattare l’autore può farlo
scrivendo a:
90
mixer
marzo 2014
Global Coffee
gestioni e impresa
perché qualcuno
in italia vuole
descriverci peggio
di come siamo?
di carlo odello
Evitiamo inutili
autolesionismi
CARLO ODELLO
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