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S
ì, lo confesso. Amo le bollicine, e
non me ne voglia Maurizio Zanel-
la, patron di una delle “maison”
di riferimento in Franciacorta, se
uso questo termine da lui bandito,
perché secondo me continua, con semplicità,
a rappresentarebene, soprattuttoper il grande
pubblico,unadelletipologieneiconfrontidelle
quali èquasi impossibilenonrimanereaffasci-
nati. Nel mio caso completamente innamorati.
Certo, è un termine generico, che fa di tutta
un erba un fascio in un universo dove è più
che sacrosanto, e necessario, distinguere terri-
tori e metodi di produzione. Forse, da questo
punto di vista, più che “bollicine”, è la parola
“Spumante” a dover essere definitivamente
messa in soffitta. Utile tanti anni fa, quando
non esisteva un territorio di grande pregio
come appunto la Franciacorta, ma non solo, e
dovelenostreproduzioni,indipendentemente
dall’utilizzodellarifermentazioneinbottigliao
quella in autoclave, venivano vendute in Italia
e nel resto del mondo come prodotti, se non
di serie B, certamente molto inferiori rispetto
a sua maestà lo Champagne.
Oggi, per fortuna, le cose sono cambiate, ed
è giusto chiamare con il nome del territorio
produzioni di grande pregio e tipicità: è giusto
che anche il grande pubblico impari, quindi,
a chiedere un Franciacorta, un Trento, un Alta
Langa,unCruaséeviadiscorrendo.Edènostro
compito,mioedi tuttiquelli chesi occupanodi
comunicazionenelmondodelvino,diffondere
nozioni che valorizzano e identificano bene
eccellenze di questo tipo.
una visione differente
Però è indubbio che quel termine sia faci-
le, semplice e ci metta quasi subito di buon
umore. È un valore, un vantaggio, che altre
tipologie non hanno. Molto è stato fatto e
molto andrà ancora fatto in futuro, non solo
per destagionalizzare il consumo di questi
vini, ma anche per convincere anche i più
ostinati, che le bollicine, metodo classico o
Charmat, trovano il loromaggior compimento
a tavola, spaziando da un disimpegnato ape-
ritivo a preparazioni tra le più complesse che
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mixer
settembre 2014
Il sommelier
gestionE e impresa
Ma è così importante osservare il numero di bollicine
che si sprigionano da un calice di metodo classico o
Charmat? Non è forse il caso di concentrarsi sulle
sensazioni che ci danno al palato, indipendentemente
dalla loro diffusione e persistenza nel bicchiere?
Bollicinemon amour
Luca Gardini
Romagnolo verace,
Luca Gardini inizia
giovanissimo la sua
carriera, divenendo
Sommelier Professionista
nel 2003 a soli 22 anni,
per poi essere incoronato,
già l’anno successivo,
miglior Sommelier d’Italia
e -nel 2010- Miglior
Sommelier del mondo.
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