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mixer
settembre 2014
Marketing
gestioni e impresa
I
consumi stanno dando i primi segni di ri-
presa, sulla spintadel ritornodi unanuova
voglia di shopping, ma su direzioni ben
diverse dal passato.
Che i cambiamenti dei consumi fossero
strutturali si sapeva. Che prima o poi il mo-
od cupo e diffidente dei consumatori sareb-
be cambiato, era una speranza nell’aria. Ma
probabilmente le modalità con tutto ciò sta
avvenendo spiazzerà colorochenel commercio
non riusciranno ad adattarsi.
Innanzi tutto questa ripresa avverrà ancora in
condizioni di scarsità di risorse e di incertezza
economica. Non si tratta quindi di un rilancio
spensierato sullo shopping, quanto una nuova
consapevolezza che porta a ottenere il meglio
alle migliori condizioni.
La crisi del modello consumistico ha lascia-
to nella società una sana diffidenza verso gli
strumenti del marketing e delle vendite di un
tempo. Imeccanismi promozionali sonoperce-
piti superati poiché tendono a indurre consumi
che ad oggi non interessano più.
Si ricercano nuovi canali di acquisto, nuove
formedi partecipazioneecondivisione, simixa-
no in modo spontaneo e assolutamente non
ideologico lo shopping nei negozi del centro
città con quelli in e-commerce. Si frequenta-
no i mercati a chilometro zero e quelli rionali
e contemporaneamente si attinge a offerte in
crowfunding: il “vecchio” e il nuovo si mischia-
no dando origine ad un modo più libero e
soddisfacente di esprimere i consumi.
Si potrebbe dire che in questo panorama i con-
sumatori diventano più padroni delle proprie
azioni, meno passivi e più lucidi.
l’osservatorio consumatori
Questa è la situazione degli shopper italiani
fotografatadall’OsservatorioConsumatori 2014
di Sign-M&T, indagine annuale che esplora i
modelli di consumodel Paese e le performance
di gradimento delle insegne italiane.
Persiste ancora unmondo di “shopper” in crisi,
che inseguono le promozioni da volantino o
ricercano la convenienza di tutti i giorni presso
i discount (quasi il 28% del totale dei consuma-
tori nazionali). Ma si tratta di una fascia sempre
più marginale, spinta sui redditi e sugli strati
socioculturali più bassi. Una fetta di italiani –
tendenzialmente di età più elevata – che fanno
fatica ad andare “oltre”.
Si conferma ancora l’esistenza di un gruppo di
“ignavi” dello shopping (15%): consumatori più
giovani che non si preoccupano degli acquisti
lasciando l’incombenza ad altri (i genitori?) ma
sono attivati da poche insegne di riferimento
(nel settore dell’entertainment e del fashion).
Così come l’OsservatorioConsumatori fotografa
anche per quest’anno una fetta di italiani, elite
culturale e d economica, che al contrario sono
iper-critici e iper-informati (14,5%): tutto sanno
e tuttopretendonodai propri acquisti. Lanovità
2014 è che mentre un tempo rappresentavano
comportamentimetropolitani, oggi esprimono
tendenze presenti anche in provincia.
Il restante 43% dei connazionali esprimono
invece, come già indicato, comportamenti di
shopping nuovi, di rilancio delle spese ma su
nuove destinazioni e con nuove modalità.
I consumi in ripresa
premiano l’innovazione
rispetto al
passato i
consumatori
sono più padroni
delle proprie
azioni
di Daniela Ostidich,
4Food
upcycle un locale per
socializzare e stare
insieme a persone con
la stessa passione