GLI ESPERTI
Giochi da bar
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Mixer
LUGLIO/AGOSTO 2016
S
e il contenzioso Iva che ha coinvolto il settore del gaming
nell’ultimo decennio è in via di estinzione, lo stesso
non può dirsi per gli accertamenti tributari in materia
di imposte dirette. La maggior parte delle contestazioni
accertate negli ultimi anni si fonda in particolare sugli
scostamenti rilevati dagli uffici tributari tra i dati dichiarati
dai gestori o dagli esercenti diretti proprietari di slot e quelli
forniti dai concessionari di rete.
L’Agenzia delle Entrate, con Provvedimento del 09.05.2016
(prot. 70174) per favorire la comunicazione con i contribuenti
e stimolare l’emersione degli obblighi tributari, consente agli
operatori di motivare ed eventualmente regolarizzare le in-
congruenze riscontrare (per il 2011) riducendo le sanzioni ed
evitando il contenzioso. Ma la maggior parte delle anomalie
riscontrate (e degli avvisi di accertamento degli ultimi anni) è
dovuta all’applicazione del cosiddetto “
forfait
”.
Il concessionario, per legge, è l’unico soggetto autorizzato a
certificare i compensi percepiti da gestori e/o esercenti, come
risultanti dalle letture telematiche della rete che collega gli
apparecchi, secondo il principio della competenza economica
ed in base alla ripartizione concordata tra le parti coinvolte.
Come richiamato anche dalla Circolare del 2014: “Metodologia
di controllo per sale giochi e biliardi”, in caso di mancata lettura
degli apparecchi, ai fini dell’assolvimento del Preu il conces-
sionario è tenuto a rendicontare e prelevare dai propri terzi
raccoglitori l’imposta in base ai suddetti imponibili forfettari
(ad oggi pari a 560 euro giorno, importo generalmente supe-
riore alle medie effettive di raccolta); ma tali rendicontazioni
non possono valere ai fini della certificazione dei compensi.
Basti pensare che gli imponibili si riferiscono a
stimate
somme
giocate (Coin-In), su cui calcolare il prelievo (dal 01.01.2016
pari al 17,5%, oltre allo 0.8% per Canone Adm), e non a
stimati
“residui della raccolta” (al netto delle vincite erogate ad oggi
non inferiori al 70% del giocato), su cui si fonda, nella maggior
parte dei casi, la ripartizione dei proventi.
Per tale motivo, un numero anche ridotto di apparecchi non
letti, nell’arco di una quindicina, può generare pesanti incon-
gruenze fra i compensi rendicontati e quelli effettivamente
spettanti agli operatori. Né può valere in generale il prin-
cipio che, all’atto del ripristino della lettura dei contatori, il
conteggio reale venga ripristinato. Si pensi ai casi (frequenti)
in cui la corretta lettura dell’apparecchio non avvenga, per
malfunzionamento, aggiornamento del produttore, o chiusura
di un esercizio; un ripristino effettuato ad inizio esercizio so-
lare successivo determinerà una palese discordanza di valori
certificati in chiusura di quello precedente. Ove la lettura non
venisse ripristinata (furto, danneggiamento con impossibilità di
recupero dei dati, ecc.) il sistema genererà compensi forfettari
mai effettivamente percepiti.
E ancora, un apparecchio allocato da un esercizio all’altro in
mancanza di lettura, determinerà a danno del primo esercizio
l’applicazione del forfait ed a vantaggio del secondo uno “sca-
rico” di compensi. Per l’esercizio scorso, a fine maggio non
risultavano ancora inviati, da alcuni concessionari, i rendiconti
riepilogativi dell’esercizio 2015 e finché il sistema informatico
di collegamento e rendicontazione non risulterà adeguato ed
uniforme sul territorio, continueranno ad insorgere le anomalie
e le conseguenti potenziali contestazioni tributarie.
M
SONO OLTRE DUEMILA LE COMUNICAZIONI
INVIATE A FINE 2015 DALL’AGENZIA DELLE
ENTRATE A GESTORI DI SLOT ED ESERCENTI
PER VIA DI ALCUNE ANOMALIE RISCONTRATE
TRA I DATI DICHIARATI DA TALI SOGGETTI
E QUELLI FORNITI DAI CONCESSIONARI.
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A CURA DI FRANCESCO SCARDOVI,
DOTTORE COMMERCIALISTA
E REVISORE CONTABILE, ESPERTO DI
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