DOSSIERVINO
Wine bar
52
Mixer
APRILE 2016
PAROLA D’ORDINE: BEVIBILITÀ
Se sulla mescita le opinioni sono variegate, non
altrettanto vale invece quando si parla delle prefe-
renze dei consumatori in fatto di tipologie di vino. “I
gusti enogastronomici sono cambiati – rileva
Paolo
Teverini
, patron dell’omonimo ristorante di Bagno
di Romagna –. E questo per due ordini di ragioni.
Il primo è di natura economica: in un momento
generale non felice, il consumatore diminuisce gli
acquisti ritenuti non indispensabili, tra cui anche
quelli del vino. Così oggi al ristorante vendere una
bottiglia che costi più di 30 euro sta diventando
raro. Il secondo, invece, si deve ricondurre al cam-
biamento in atto degli stili di vita: ritmi sempre più
intensi e serrati hanno portato a dedicare alla tavola
minor tempo. Tempo che, peraltro, non viene più
impiegato per assaporare i piaceri del cibo e del
bere, ma spesso coincide con incontri di lavoro o
semplicemente momenti di convivialità. E da qui la
scelta di limitare il consumo di vino, così da non
appesantirsi o da potersi poi mettere alla guida
immediatamente dopo il pasto. Il risultato dei due
trend combinati è la sempre più forte preferenza
accordata ai vini meno alcolici e più facili da bere.
In buona sostanza, il consumatore cerca una qualità
facile da comprendere: preferisce, insomma, i vini
che danno del “tu” a quelli che vogliono il “lei””.
E dello stesso avviso è anche Giancotti: “Stando a
quanto vedo nel mio ristorante, gli avventori ten-
dono ad evitare vini ad alta gradazione alcolica: è
raro, infatti, ricevere un’ordinazione di Primitivo o
Amarone. Certo, va detto che menu prevalentemente
a base di pesce come il nostro si sposano meglio a
vini più leggeri, ma a mio avviso il trend è genera-
le e prescinde dal nostro specifico caso: in campo
enologico la scelta del consumatore si è nel tempo
indirizzata sempre più verso la bevibilità”.
PAOLO TEVERINI
ALESSANDRO PEPE AL ROSCIOLI DI ROMA
PER CREARE UNA NUOVA TENDENZA
HA INTRODOTTO IL LAMBRUSCO