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Le successive voci della tabella riguardano altri elementi del servizio come il
customer
relationship marketing
che ha il compito di seguire i clienti e generare nuove occasioni
di acquisto e di riacquisto attraverso l’email marketing, la
shopping assistance
ovvero
l’utilizzo di strumenti di assistenza nel corso della navigazione. Il tasso di abbandono
del carrello in fase di acquisto è generalmente molto elevato per cui qualunque
strumento immediato di intervento come i
live chat
può ridurre l’inefficienza del
sistema. Infine le politiche di prezzo e le attività promozionali (come
flash sale
o
promozioni a tempo) che fanno leva sulla percezione di convenienza economica
dell’acquisto incidono per un 10% delle vendite. Ciò è possibile in quanto il
consumatore tipo che utilizza l’e-‐commerce ha una sensibilità al prezzo maggiore del
consumatore medio (Ridgon, 1995, Van Zanten, 2005, Bruwer and Wood, 2005).
Il settore del vino è innegabilmente in ritardo nell’utilizzo di un approccio alla vendita
online che sia caratterizzato dalla varietà di strumentazione descritta in precedenza.
La maggior parte delle aziende di produzione ha solamente un sito vetrina e poche
stanno utilizzando le potenzialità dell’e-‐commerce e/o degli strumenti
social
per
l’
engagement
del consumatore.
Nell’intento di individuare alcuni modelli di business online di tipo B2C prevalenti è
necessario fare una distinzione tra gli operatori del settore ovvero tra i produttori,
spesso denominati online come “cantine” che propongono i propri vini e i
retailer
ovvero distributori che propongono una pluralità di etichette provenienti da vari
produttori.
2.2.
I modelli di business online dei produttori o “cantine”
Nel caso dei produttori le alternative strategiche di presenza online possono essere
rappresentate da cinque diversi modelli di business:
-‐ Modello “biglietto da visita” o di “interazione informativa”. Consiste nel presentarsi
online attraverso una pagina vetrina in cui l’utente può trovare le informazioni sui
prodotti e sull’azienda. Possono esserci versioni più o meno avanzate del modello. Una
soluzione semplice può prevedere
solo la presentazione di un catalogo prodotto con
qualche forma di interazione soc
ial mentre ver sioni più evol
ute possonoattivare
comunità virtuali come
wineclubs
(www.mazzei.it) e blogs per s timolare l’ engagement
dell’utente e/o servizi di
store loc
ator (vedi www .frescobaldi.it, www.masi.it). Questo
modello, soprattutto nella versi
one semplice, rappresenta il livello minimo di
presenza online. E’ una soluzione che supp
orta le vendite dei p ropri distributori non
generando conflittualità di canale e, nel caso della presenza di forme di interazione
evolute può contribuire alla gestione della
brand reputation
aumentando la
conoscenza del prodotto e dell’azienda con minimi investimenti. La ma
ggior parte dei website del settore rient rano in questa categoria. Sono sempre più pr
esenti funzioni evolute di engagement
del consumatorecome nel caso di
www.zonin.it,
www.santamargherita.it, www.cantelevini.comche pur non svolgendo
attività di e-‐
commerce propongono bl
ogs e attività social .