maggio 2014
mixer
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condotto da Sandro Sabatini,
verrà spostato dalle 19 alle 15,
mentre “È sempre calciomer-
cato” con Alessandro Bonan
trasmetterà direttamente dal
Brasile, parlandocomedi con-
sueto di mercato ma anche di
costume.
Come nascono le “frasi sto-
riche” che pronunci nei mo-
menti clou?
Preparoinanticipoalcunicon-
cetti, ma poi resta una parte
di improvvisazione secondo
l’estro del momento. In quel-
le situazioni bisogna cercare
di rimanere lucidi ma senza
imbrigliare l’emotività.
C’è una partita che sogni di
commentare?Efraquellegià
inprogrammacen’èunache
ti stuzzica particolarmente?
Italia-Inghilterra sarà bellis-
sima.
Poi sogno un Italia-Brasile,
possibilmente in semifinale
o in finale.
Ti vuoi sbilanciare in qual-
che pronostico? Come vedi
l’Italia?
Nell’Argentina Messi è chia-
mato a dimostrare se è dav-
vero il più forte del mondo.
La Germania è sempre ad alti
livelli. Sono curioso di vedere
la Spagna, che mi sembra un
po’ in calo.
La possibile rivelazione è il
Belgio, fortissimo tecnica-
mente anche se poco esper-
to. Un fattore importante è la
presenza in squadra di molti
calciatori che hanno già gio-
cato un Mondiale. Per l’Italia
mi augurounpiazzamento fra
le prime quattro.
la parola a Bergomi
Milanese, cinquant’anni, Giu-
seppe Bergomi (per tutti “Lo
Zio”)puòvantarsidi avervinto
un Mondiale sia da calciato-
re che da commentatore. Dal
1982 - quando appena diciot-
tenne trionfò con gli altri eroi
del Mundial al Bernabeu - a
oggi, ha guardato i Mondiali
da spettatore solo due volte
(1994 e 2002). Con Fabio Ca-
ressa costituisceuna coppiadi
telecronisti rodata e celebre.
Bergomi, come affronterà il
suo sesto Mondiale?
Congrandeentusiasmo:l’anno
scorso in Confederations Cup
dopo tanto tempo ho prova-
to emozioni forti, grazie alla
passionedei brasiliani.Quan-
do hanno suonato l’inno,
sono rimasto colpito dall’in-
tensità con cui il pubblico e
i giocatori l’hanno cantato,
tanto che ho lasciato tutto e
mi sono messo a filmare con
l’iPad. Naturalmente tifo per
l’Italia, ma non ho difficoltà
a dire che se per caso gli az-
zurri nondovesseroarrivare
fino in fondo, spererò nella
vittoria del Brasile.
Le emozioni dei Mondiali
giocati sono sempre vive?
Di tutti i Mondiali porto un
ricordo indelebile, natural-
mente di quello di Spagna
più che di tutti gli altri. Ogni
quattro anni, grazie anche
alle interviste e alle trasmis-
sioni in cui mi coinvolgono,
le emozioni ritornano anco-
ra più forti. Puoi indossare
la maglia di qualsiasi club,
ma le sensazioni provate in
Nazionale sono di un’altra
categoria.
I calciatori di oggi sono
attaccati alla Nazionale
come quelli della sua ge-
nerazione?
Forse lo sono un po’ meno,
soprattutto quando si tratta
di giocare amichevoli poco
stimolanti.Mapoiaimondiali
ci vogliono andare tutti: le
motivazioni di un calciatore
ai Mondiali sono più alte che
inqualsiasialtracompetizione.
Quandogiocavoio,entrarenel
giro della Nazionale era più
complesso, e di conseguenza
ilgruppoeramoltocompattoe
solido. Ma devo dire che Pran-
delli è stato bravo a creare un
forte spirito di appartenenza,
nonostante l’alto turnover.
Anche per un commentato-
re, unMondiale non dev’es-
sere una passeggiata...
è vero. Forse chi è a casa non
si rende conto di quanto sia
faticoso anche per noi: i viag-
gi continui, gli spostamenti
difficoltosi, gli alberghi non
sempre all’altezza... Il Suda-
frica da questo punto di vi-
sta è stato molto pesante, ma
anche la Confederations Cup
dell’anno scorso in Brasile ci
ha svelato un Paese con delle
problematiche importanti.
Come prepara le partite?
La preparazione inizia prima
di partire, in particolare sulle
squadre minori, di cui si sa di
meno.Poi,quandosièlì,èmol-
to importante il confronto coi
colleghi, sia italiani che stra-
nieri. Se per esempio incon-
tro Stromberg, o Zamorano,
scambio due chiacchiere con
loro ed è facile che mi diano
qualchedritta sucalciatori po-
co conosciuti in Italia.
Pronostici?
Brasile, Germania e Spagna
hannoqualcosa inpiùdelleal-
tre. L’Italia è un passo indietro
madagliottaviinpoicitemono
tutti. Lo stesso discorso varrà
per la Russia di Capello. Fra le
outsider, si parla molto bene
del Belgio, ma occhio anche
alla Colombia (soprattutto se
recupererà Falcao), all’Uru-
guay e a qualche africana. I
destini dell’Argentina sono
molto legati al rendimento di
Messi, ma il suo sistema di-
fensivo non mi convince.
M