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mixer
maggio 2014
pubblico esercizio
Partnership
L
a foto che ritrae An-
drea Illy conGiuseppe
Lavazza racconta non
solo della vicinanza tra
due imprenditori, ma
anche di un’insolita collabora-
zione tra i duemaggiori player
italiani del caffè che, insieme,
hanno deciso di investire in
uno studio che per la prima
volta sequenzia e caratterizza
il genoma del
Coffea arabica
.
Lo studio, totalmente italiano,
nasce da considerazioni che
riguardano il futuro del caffè,
e insostanza lacontinuitàdelle
imprese italiane che, ricorda
Andrea Illy «hanno il prima-
to della cultura e dell’export
del caffè, che sta vivendo una
stagione positiva grazie alle
tre virtù della nera bevanda:
piacere, salute e sostenibilità.
Abbiamo però di fronte sfide
importanti, perché l’aumento
dei consumi su scala interna-
zionale si scontra congli effetti
negativi del global warming,
che minaccia le produzioni e
richiede un adattamento della
pianta alle nuove condizioni
climatiche. Tanto che sarebbe
necessaria l’intera produzione
del Vietnamda qui al 2020 per
contrastare gli effetti negativi
del clima».
Ricadute positive
Lo studio, messo a disposizio-
ne della comunità scientifica e
degli altri operatori della “cof-
fee community”, avrà ricadute
positive sulle pratiche agrono-
miche e sulla qualità in tazza.
Lo spiega il professor Giorgio
Graziosi di DNA Analytica Srl,
spin off dell’Università di Trie-
ste,chehacoordinatolostudio,
al quale hanno partecipato tre
Università: «Le applicazioni fu-
ture del sequenziamento del
genoma riguarderanno diver-
si campi, come la resistenza
alle malattie e alle infezioni
della pianta di caffè arabica,
notoriamente poco resistente,
la sincronia della maturazione
deifrutticonconseguenteridu-
zione dei costi, l’adattamento
alle condizioni climatiche, la
maggiore produttività, la ridu-
zione del contenuto di caffei-
na che consentirà di ottenere
caffè decaffeinato naturale,
l’aumento di specifici aromi e
in sostanza un miglioramento
complessivo della qualità».
No agli Ogm
Ovvio che le preoccupazioni
riguardano le manipolazioni
geneticheapplicateal caffè.Ma
i due imprenditori allontanano
(almeno per le loro imprese) lo
spettro degli Ogm. «Primo –
sottolinea Illy - perché il Dna
dell’Arabica è ridondante ed
è difficile inserire geni estra-
nei, secondo perché la pianta
impiega quattro anni prima di
entrare in piena produzione e
ha una vita di 30 anni e non
si giustificano investimenti in
questadirezionee terzoperché
laviadegliOgmcomestrategia
di interventoè completamente
obsoleta».Nonultimo,«perl’im-
pegno etico delle due aziende
che si sono sempre battute per
un approccio sostenibile e per
labiodiversità.Vogliamovivere
nella complessità del mondo
del caffè, non in un mondo
omogeneo ridotto a due o tre
varietà della pianta. Lo studio
ha anche un impatto sociale
positivo per le popolazioni
agricoledeipaesiproduttori di
caffè, migliorando la qualtà
della produzione e quindi la
produttività delle piantagio-
ni», afferma Lavazza.
M
Svelato il Dna del caffè arabica. Un primato
italiano che vede protagonisti illy e Lavazza
di Fabrizio Gomarasca
L’insolita collaborazione
che giova al caffè
Lo studio avrà
ricadute positive
sulle pratiche
agronomiche e
sulla qualità in
tazza
Giuseppe Lavazza, a sinistra, e andrea illy