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AGO. SET. 2017

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IN CUCINA

di limone di Sorrento e colatura di

alici di Cetara – racconta – e poi

le dispongo su una griglia aperte

e a libro, con il dorso rivolto verso

l’alto. Lascio la pelle e, volutamente,

un po’ di squame, verso l’olio caldo

a 150° C sul dorso con il mestolo.

Il calore dell’olio, in questo modo,

non è immediatamente a contatto

con la polpa: la pelle protegge e

lo rifinisco». È presente l’influenza

orientale ancora in un altro piatto.

«Per esempio a settembre inseriamo

nella carta un riso con zafferano

del Vesuvio e Hagashi di tonno, è

una cottura a metà: colloco un pa-

rallelepipedo di tonno crudo sulla

piastra/barbecue e lo cuocio da una

parte sola lasciandone metà cruda,

poi lo adagio sul riso».

Anisakis: cosa dice la legge

Il nemico più recente (o meglio c’è sempre stato, ma è diventato di

attualità da quando il pesce crudo è diventato una moda) degli amanti

del pesce crudo è l’Anisakis, un parassita con larve lunghe fino a 1-2

cm che possono ritrovarsi nelle carni di alcune specie di pesci e una

volta ingerite, se vive, causare una malattia detta anisakidosi.

Le specie più coinvolte sono quelle tipiche dei nostri mari: il pesce

sciabola pescato nei mari della Sicilia è infestato al 100% da anisakis

e per questo deve essere prontamente eviscerato prima della

commercializzazione. Tonno, suro, nasello, salmone (prevalentemente

non di allevamento), rana pescatrice (o coda di rospo), alici, palamite,

branzini, orate, ricciole, sgombri, saraghi, lanzardi presentano invece

percentuali variabili di infestazione dall’1 al 40% e infine i molluschi

tipo seppie, totani e calamari.

Per inattivare la larva bisogna cuocere il pesce ad almeno 60°C o, in

caso di consumo da crudo, sottoporlo ad abbattimento preventivo.

La legge precisa che il ristoratore, prima di preparare i piatti, deve

congelare il pesce almeno per 24 ore a -20 °C.

trasmette il calore per induzione».

Anche il barbecue trova il suo posto

nella cucina di Francesco Pucci. «Lo

uso in fine cottura – spiega - per ca-

ratterizzare con un gusto affumicato

il pesce e dargli quella segnatura

che piace e fa venire l’acquolina

in bocca. Però non lo cuocio di-

rettamente sulla griglia, ma prima

lo tratto a bassa temperatura, poi