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Lo “strappo” di
Philippe Conticini
Antesignano di questa rivolu-
zione, diventato ben presto
un punto di riferimento da
cui andare a prendere lezioni
di retail, è Philippe Conticini,
mastro pasticcere tra i più fa-
mosi del mondo, che in Rue
deBac nel 2009ha inaugurato
due vetrine con affaccio di-
retto sulla strada, in cui ogni
singolo elemento è studiato
per lasciare nellamemoria un
ricordo indelebile. A stretto
contatto con lui lavora, non a
caso, Thierry Teyssier, diret-
tore artistico e creativo: se a
Conticini spetta il compito di
creare le rivisitazioni in chia-
ve moderna dei grandi classi-
ci della pasticceria francese,
Teyssier è invece incaricato
di curare il lato prettamente
estetico degli spazi. Con una
serie di soluzioni inedite che
si colgono solo ad uno sguar-
do più attento.
Per chi cammina distratto,
infatti, è quasi impossibile
accorgersi dell’insegna ret-
tangolare su fondo grigio di
marmo, che recita “Pâtisse-
rie des Rêves - par Philippe
Conticini”. E l’ingresso con
porte scorrevoli, stretto tra
due vetrine arredate in modo
minimalista, fa pensare più a
un negozio di arredamento,
che a una pasticceria.
L’esplosione di colori è all’in-
terno: fucsia e verde acido,
con delle punte di arancione,
scendono dalle passerelle di
moda e illuminano le pare-
ti. Il layout è organizzato in
modo da replicare la classica
struttura “a pozzo” dei centri
commerciali, su una metra-
tura di circa 60 mq, intorno
alla piazza centrale, dove le
torte monoporzione del gior-
no sono esposte su un tavolo
di vetro trasparente, su alzate
con cappello in vetro, illumi-
nate da lampadari di design
che scendono a cascata.
«Volevo raccontare un viaggio
nelle pasticcerie fatate delle
fiabe, con le casette di mar-
zapane colorate, le forme più
strane, i colori acces» ha spie-
gato Conticini in occasione
dell’apertura.
Ai lati, tutte le specialità come
i lievitati, che possono esse-
re acquistate in modalità self
service, in sacchetti di carta
colorati, mentre per sul lato
opposto all’ingresso è allesti-
to il banco di vendita, con
personale in divisa che spiega
le diverse caratteristiche dei
dolci e, lo abbiamo provato
direttamente, suggerisce ac-
quisti complementari come
libri di ricette e ingredienti se-
milavorati per realizzare dolci
in casa, orientati a rafforzare
il “culto” del fondatore.
La tradizione
reinventata di
Angelina e Chapon
Tra i due esempi più estre-
mi, si collocano una serie di
esperienze più in linea con
i canoni classici del format
pasticceria, ma che meritano
comunque una visita e una
riflessione per aver innovato
le modalità di presentazio-
ne dei prodotti. Il primo è
Angelina, in rue de Bac: qui
l’appeal storico (il negozio è
stato aperto nel 1903) è stato
mantenuto e aggiornato, con
stile e con un sapiente uso
della vendita complementare
per allargare clientela e occa-
sioni di consumo.
Il punto di vendita è molto
classicheggiante e barocco,
con abbondanza di marmo
e legno bianco e prodotti
esposti come gioielli. Il lay-
out, tradizionale e declinato
su una pianta rettangolare
con due vetrina semiaperte
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mixer
ottobre 2014
Tendenze all’estero
pubblico esercizio
Angelina aperto dal 1903
la Patisserie des Reves di
philippe conticini
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