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disparitàd’approccioallaque-
stione, direi».
E quello delle leggi e dei re-
golamenti in materia di gioco
è decisamente un mare ma-
gnum che esigerebbe di es-
sere affrontato con prontezza
ed efficacia.
Anche sul fronte delle singole
realtà territoriali: attualmente
comuni e regioni si muovono
autonomamente come pos-
sono, regolando le aperture
delle sale gioco, stabilendo la
distanza dalle aree sensibili e
incentivandogli esercenti che
decidanodi rimuove leslot dal
loro locale o quelli che per
motivi etici non le hanno mai
installate. LaRegioneLombar-
dia, ad esempio, ha stabilito il
pagamento di una tassa etica
per chi le abbia e una detra-
zione dell’0,92% dell’Irap per
chi leabbia rimosse.Mentre il
sindacodi Lecco, avvalendosi
di una relazione tecnica sulle
ludopatie è riuscito a regola-
mentare l’orario di apertura
delle sale gioco. Certo, una
legge nazionale sarebbe di
grande aiuto. Ma attualmen-
te il ddl in materia di gioco
è ancora in discussione…
M
S
pegnere le macchi-
ne disconnettendo-
le dalle rete è con-
cesso?
Il servizio erogato dal
concessionario, previa stipu-
la del contratto, è un servizio
pubblico, pertanto spegnere
le macchine, scollegandole
dalla rete è un illecito, che
può innescare fenomeni di
illegalità nel momento in cui
spegnendo l’apparecchio si
dia opportunità ad un ap-
parecchio illegale di essere
utilizzato.
Chi volesse, invece, disin-
centivare il gioco limitan-
done l’utilizzo da parte dei
clienti, può farlo?
Limitare gli orari di accesso
alla macchina o rinunziare
del tutto all’utilizzo è fat-
tibile, in quanto il locale è
una proprietà privata in cui
l’esercente può decidere li-
beramente, in funzione della
propria attività.
Ritiene che i contratti pos-
sano rappresentare un ca-
pestro per gli esercenti?
Non dovrebbero. Peraltro,
le nuove concessioni pre-
sentano da questo punto di
vista infatti una conquista:
l’introduzione obbligatoria
del diritto di recesso.
Come vede il montare di
questa onda no slot?
A me gli atteggiamenti ta-
lebani piacciono poco: chi
è contro le slot è libero di
non istallarle o di recedere
dal contratto, ritengo pe-
rò che debba rispettare le
scelte altrui. Anche perché
sono convinto che mortifi-
care il circuito legale non
faccia altro che fomentare
quello malavitoso. Piuttosto
opterei per una razionaliz-
zazione della rete: ritengo
che aumentare l’offerta non
inneschi automaticamente
un aumento della domanda.
Cosa pensa della proposta
di innalzare la tassazione
come per i tabacchi?
Si tratta di prodotti ben diver-
si: i tabacchi per via della loro
fisicità sono condizionati da
un’organizzazione logistica
“pesante” che li rende meno
evanescenti. Il gioco, special-
mente nella componente on
line è invece ben diverso e
capace di eludere i control-
li: aumentarne la tassazione
creerebbe un disequilibrio
e incentiverebbe l’offerta di
unaproposta illegale. Quanto
alle new slot, sono convinto
che una maggiore tassazione
su di esse incrementerebbe
(come accennavo prima)
l’utilizzo di prodotti omo-
loghi border line, anche su
base telematica, o – peggio
– la fuga nell’illegalità e nel
sommerso.
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mixer
settembre 2014
Giochi
pubblico esercizio
L’intervista
Le risposte dell’avvocato
Profondo conoscitore del settore Giochi e Scommesse,
l’avvocato Stefano Sbordoni si occupa da anni di queste
tematiche. Ci siamo rivolti a lui per comprendere i limiti
legittimi entro cui si possa far resistenza alle slot
«Opterei per una
razionalizzazione
della rete:
aumentare l’offerta
non incrementa
automaticamente
la domanda»
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