Stato è l’unico deterrente va-
lido per frenare il sommerso,
che agisce nel sottobosco, al
di fuori del circuito legale».
Di fatto sono temi ricorren-
ti ogni qual volta si parli di
proibizionismo e del suo con-
trario. E il discorso rischia di
diventare ozioso se le posizio-
ni rimangono rigide.
«Per questo - spiega Mando-
lesi - pragmaticamente noi di
Slot Mob e dei vari movimenti
contro il gioco d’azzardo non
chiediamo la luna, ma sempli-
cemente chequesto comparto
venga regolato con la stessa
severità che viene riservata ai
tabacchi: nessuna pubblicità
e tassazione elevata. Vorrem-
mo che se ne riconoscesse
ufficialmente la pericolosità e
chesi agissedi conseguenza. E
contemporaneamentevorrem-
mo diffondere gradualmente
la conoscenza sull’entità del
fenomeno dell’azzardo e sulle
sue implicazioni. Un cammi-
no graduale, dunque, in cui il
versante normativopossa fare
da sponda.
L’auspicio, quindi è che una
legislazione mirata interven-
ga a regolamentare l’azzardo,
occupandosene a 360 °, anche
sotto il profilo della traccia-
bilità.
«Si rende conto - sbotta Feder
- che nelle slot si inseriscono
tranquillamente banconote
del tutto “evanescenti”, senza
che ci si preoccupi di renderle
tracciabili, quando poi viene
esteso l’obbligo del pos anche
per acquisti superiori ai 30
euro? Come minimo c’è una
36
mixer
settembre 2014
Giochi
pubblico esercizio
La testimonianza
Simone Feder
A colpirlo, circa dieci anni fa, è stata
la disperazione di un padre. E di un
figlio. Un padre trascinato nel vortice del gioco e un
figlio desideroso di aiutarlo. E così Feder, da tempo
attivo nel campo delle dipendenze, ha cominciato ad
interessarsi alla ludopatia, vera e propria patologia
che però il SSN non riconosce come tale, fornendo
assistenza psicologica, certo, ma anche legale, grazie
all’associazione “Movimento No slot”.
E oggi più che mai sono i numeri ad allarmarlo: «Nel
2013- ci racconta – sono stati circa 50 mila gli esercizi
che hanno chiuso, mentre le imprese con una qualche
attinenza al gioco d’azzardo, hanno avuto un’impennata
del 32%. Non basta: la diffusione delle slot nei bar ne sta
snaturando il ruolo socializzante e di aggregatore sociale
che un tempo avevano».
Ma quello che non gli va proprio giù è che per
convincere un esercente ad installare slot nel proprio
locale, si fa spesso ricorso al cavallo di troia dei bonus:
incentivi cui non tutti hanno la forza o la possibilità di
dire no.
La Fipe
Il dibattito
Proprio alla luce di questo
duplice e opposto sentire
(che porta molti esercenti a
considerare le slot machine
un ricavo aggiuntivo per
il locale in un momento di
grande difficoltà economica
ed altri, invece, a vederle
come una minaccia sociale)
la Fipe lancia un’iniziativa
rivolta alla categoria. Aprendo
sul sito federale
sondaggio con raccolta
di commenti da parte degli
esercenti. Per partecipare
allo scambio di vedute è
necessario entrare nell’area
intitolata “Bar, slot sì, slot no,
lascia un commento”. Le varie
riflessioni potranno essere
lette in versione integrale
all’interno dello spazio
dededicato. Sulla home page
saranno invece visibili gli
ultimi tre commenti secondo
l’ordine cronologico del loro
arrivo in via telematica.